Disastro Johnson & Johnson. Altro pasticcio di Ricciardi & C. Cortocircuito comunicativo sul vaccino monodose. Una nuova perla del consulente di Speranza

Johnson & Johnson afferma che “le risposte anticorpali generate dal vaccino sono rimaste robuste e stabili per 8 mesi dopo l’immunizzazione”.

Disastro Johnson & Johnson. Altro pasticcio di Ricciardi & C. Cortocircuito comunicativo sul vaccino monodose. Una nuova perla del consulente di Speranza

Ci risiamo. I vertici istituzionali della Sanità dicono cose diverse e fanno pasticci. Iniziamo da Walter Ricciardi (nella foto), ex attore di film di camorra, che è consulente del ministro della Sanità Roberto Speranza. L’altro ieri aveva dichiarato: “Sono convinto che andremo a somministrare la terza dose di vaccino anti Covid a tutte le fasce di popolazione. Dopo sei mesi dalla seconda per chi è stato immunizzato con vaccini mRna, dopo due mesi per chi è stato protetto con un’unica iniezione di Johnson&Johnson, almeno questa è l’indicazione di Fda, l’agenzia americana”.

Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Sanità gli l’ha raccontata diversamente (leggi l’articolo): “A sei mesi dalla dose si procederà a una vaccinazione eterologa con i vaccini a mRna, quindi Moderna o Pfizer. Chiaramente aspettiamo anche le indicazioni che verranno date dagli enti regolatori in maniera completa, però è chiaro che sarà necessario un richiamo per chi ha fatto il vaccino anti-Covid monodose di Johnson & Johnson in tempi molto brevi”. Mentre la diretta interessata, la Johnson & Johnson, afferma che “le risposte anticorpali generate dal vaccino contro Covid-19 a dose singola sono rimaste robuste e stabili per 8 mesi dopo l’immunizzazione”.

Insomma tre dichiarazioni tre affermazioni diverse. Per Ricciardi l’immunità dura solo 2 mesi, per Sileri 6 e per la Johnson & Johnson ben 8 mesi. Se questa è Scienza… Altro punto: Sileri dice aspettare gli “enti regolatori”, ma quali? Mentre Ricciardi cita la Fda americana si apprende che il ministero della Salute chiede all’Aifa di pronunciarsi in merito. Questo è un classico esempio di quel papocchio informativo che dura da inizio pandemia e che ha avuto come risultato quello di disorientare completamente i cittadini e soprattutto di portare acqua al mulino dei no vax che poi ci sguazzano (giustamente).

In questo periodo di tempo abbiamo capito che la Medicina non è la Fisica e che di avere un Nobel come ha avuto Giorgio Parisi non se ne parla proprio, ma almeno il premier Draghi e il ministro Speranza potrebbero porsi una domanda: è così difficile far parlare solo ed unicamente un portavoce ufficiale che abbia una sorta di imprimatur governativo? Perché se così non è non riusciremo mai a convincere chi non è vaccinato a farlo ed anzi perderemo progressivamente altri che si erano già vaccinati ed ora non si fidano più di questo continuo balletto di dati.

CASO ASTRAZENECA. E poi resta aperta la vicenda Astrazeneca di cui ci occupiamo di tempo e di cui l’altro ieri si è occupato a lungo anche la trasmissione di Sigfrido Ranucci, Report (leggi l’articolo). A causa dei dati aggregati per età fornite dalla Aifa sono state prese decisioni sbagliate e c’è stata una vittima certa, la 18enne Camilla Canepa. Un fatto che in un Paese normale dovrebbe portare all’azzeramento dei vertici dell’Aifa. Non è possibile continuare ad andare avanti con questa comunicazione schizofrenica.

Il fenomeno naturalmente non è solo italiano. Basti pensare che il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus continuava imperterrito a dire che le mascherine non servivano e naturalmente sta ancora al suo posto, pagato con i soldi pubblici dei contribuenti di tutto il pianeta. Perché sembra proprio che il mondo sia rovesciato: più si dicono stupidaggini più si è premiati.

Leggi anche: Disastro AstraZeneca e Johnson & Johnson. La spallata al Covid costa caro. Report inchioda Cts e Regioni sugli Open Day. E accusa anche l’Aifa per aver fornito dati incompleti.