Mino Raiola, che malattia aveva il procuratore sportivo

Mino Raiola, che malattia aveva: uno dei più importanti procuratore del mono del calcio era ricoverato all'ospedale San Raffaele di Milano.

Mino Raiola, che malattia aveva: il potente procuratore del mondo del calcio era ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano lottando tra la vita e la morte. Le sue condizioni si sono aggravate e purtroppo si è spento all’età di 54 anni.

Mino Raiola, che malattia aveva il procuratore sportivo

Mino Raiola, all’anagrafe Carmine Raiola, è stato uno dei procuratori del mondo del calcio più conosciuti e potenti. Nella sua scuderia tanti sono i calciatori importanti e che hanno molto mercato.

Il suo nome, nella tarda mattinata di giovedì 28 aprile, era circolato non per notizie sportive. Infatti, era stata diffusa una notizia della sua presunta morte. In realtà, il procuratore, originario di Nocera Inferiore(Salerno), si trovava in gravi condizioni all’ospedale San Raffaele di Milano.

Il potente procuratore era stato ricoverato d’urgenza lo scorso 12 gennaio. Le notizie che circolavano parlavano di una patologia polmonare non legata a un’infezione da Covid. Tuttavia, lo staff di Raiola, in merito alle sue condizioni di salute, parlava di controlli programmati e circolava la voce di un intervento per il procuratore in programma da tempo.

Le sue condizioni di salute non erano buone

La morte annunciata era stata immediatamente smentita ma le condizioni di Raiola non erano affatto buone. In merito alle notizie diffuse sulla morte di Mino Raiola, Alberto Zangrillo (primario del San Raffaele) aveva chiarito. “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo” ha infatti fatto sapere.

In seguito, è arrivato anche un tweet dall’account di Raiola: “Stato di salute attuale per chi lo chiede: incazzato visto che è seconda volta che mi uccidono in quattro mesi. Sembra che sono in grado di resuscitare”.  Nonostante le sue condizioni di salute fossero gravi, aveva dato un segnale che potesse farcela ma in realtà non è riuscito a vincere la sua ultima battaglia ed ha lasciato un vuoto nei suoi affetti più cari e nella sua famiglia calcistica fatta di collaboratori e calciatori.