Allarme astensionismo. Si rischia il flop pure alle prossime Europee. Potrebbe non votare un elettore su due. Il picco più alto fra i giovani under 34

I dati sull'astensionismo nell'ultimo sondaggio realizzato da Gpf Inspiring Research

Rischio flop di partecipazione alle elezioni europee del 26 maggio. Gli italiani non sembrano essere molto interessati alle prossime consultazioni per la formazione dell’Europarlamento visto che appena il 48% degli intervistati, come rivela l’ultimo sondaggio realizzato da Gpf Inspiring Research tra il 14 e il 16 gennaio, ha manifestato l’intenzione di andare “certamente” o “probabilmente” a votare.

Infatti il campione di quanti dichiarano di non voler partecipare alle elezioni si divide esattamente a metà, con il 24% ciascuno, tra quanti dicono che non si recheranno certamente ai seggi e, il restante 24% che afferma di non voler andare alle urne con molta probabilità. Il tasso di disaffezione per le consultazioni Europee cresce nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, dove quanti dicono di non voler andare a votare con certezza (il 29%), o con probabilità (22%), si attesta complessivamente a quota 51 per cento.

Mentre il 52% che si dice interessato a esprimersi sulla composizione del futuro Parlamento Europeo, è diviso tra quanti lo faranno con certezza, il 28%, e coloro che plausibilmente si recheranno alle urne, il 24 per cento. Invece, i giovani tra i 18 e i 34 anni interessati alle consultazioni sono ripartiti tra il 23% che è certamente convinto di voler votare e il 26% che “probabilmente” lo farà.

Il motivo principale della disaffezione al voto nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni che probabilmente o certamente non andrà alle urne, pari al 51%, è dato dal fatto che attualmente non si sente rappresentata da alcun partito o esponente politico. La medesima motivazione pesa sull’intero campione per il 34 per cento. Sul fronte dei programmi elettorali, il tema che incontra il maggior gradimento dei votanti è quello sulla legalità e la sicurezza sociale con l’83% dei consensi, seguito dal taglio agli sprechi con il 79%, e dalla riduzione della pressione fiscale con il 68 per cento.

Per quanto riguarda i capi dei partiti, il 53% dei giovani tra i 18 e i 34 si augura che i futuri leader vengano dalla società civile. Percentuale che scende di poco, ma che resta comunque in testa alle preferenze, quando la domanda viene posta all’intero campione, dove la preferenza pero futuri capi partito presi dalla società civile si attesta al 44 per cento.

Nota metodologica. 803 interviste valide. Campione con estrazione casuale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne articolata per sesso, età, professione, ampiezza centri, livello di istruzione segmentati. Livello di confidenza +/- 2,3 per cento. Estensione geografica: intero territorio nazionale. Metodologia rilevazione: Cati, Cami, Cawi. Genere intervistati: 46,7% uomo, 53,3% donna. Classe di età intervistati: 18-24 anni 10%; 25-34 anni 19%; 35-44 anni 19%; 45-54 anni 16%; 55-64 anni 14%; 65 anni e oltre 22 per cento. Ampiezza centri: fino a 10.000 ab. 33%; fino ab. 30.000 22%; fino a 100.000 ab. 20%; oltre 100.000 ab. 25 per cento. Area gografica: Nord Ovest 27%; Nord Est 19%; Centro 19%; Sud/Isole 35 per cento.