Autostrade, Patuanelli: “La revoca è la conseguenza dei 43 morti nel crollo del ponte Morandi”. Ma l’ad di Aspi avverte: “Senza le concessioni e con l’indennizzo andremo in default”

“La revoca è la conseguenza dei 43 morti nel crollo del ponte Morandi. Lo stato manutentivo delle strade gestite da Aspi fa percepire un senso di insicurezza ai cittadini che salgono in macchina. Al di là di casi particolari, è innegabile che le verifiche sulle manutenzioni fatte da Aspi sono state più che negative. Non è una ripicca”. E’ quanto afferma, in un’intervista a Repubblica, il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, parlando delle concessioni autostradali. “Trovare eventuali colpevoli – aggiunge il ministro – è compito della magistratura, non del governo. Il sistema delle concessioni doveva portare più investimenti, più sicurezza, pedaggi più bassi, ma ha portato solo utili per il privato, meno sicurezza e meno investimenti. Il rapporto tra profitti e investimenti del sistema delle concessioni è più alto che in qualsiasi altra realtà imprenditoriale”.

“Senza le concessioni e con l’indennizzo previsto dal decreto Milleproroghe l’azienda andrà in default” afferma, invece, sempre dalle colonne di Repubblica, l’ad di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, spiegando che c’è “preoccupazione per il futuro dei settemila dipendenti dell’azienda che lavorano con dedizione e per la possibilità di essere una risorsa per questo Paese. E nonostante tutti gli sforzi che stiamo facendo, non sarà semplice recuperare i downgrading finanziari”. “Penso che non sempre – aggiunge il numero uno di Aspi – ci sia consapevolezza della complessità di questa società e del Gruppo Atlantia, delle implicazioni sociali e degli impatti che un’eventuale revoca potrebbe comportare”.

Tomasi giudica la vicenda dei report truccati “deprecabile. Siamo intervenuti rimuovendo i responsabili”, mentre sul nuovo piano industriale osserva: “pensiamo che si debba cambiare per ricostruire la fiducia tra noi e gli utenti, tra noi e il Paese. Il crollo del Morandi è stato uno spartiacque. Questa azienda va trasformata e questo piano strategico vuole esserne la dimostrazione. Il gruppo si cambia inserendo anche persone con culture aziendali diverse, alzando l’attenzione sulla formazione, rendendo più responsabili i vari livelli, rafforzando i controlli e la trasparenza”.