Berlusconi va all-in: “Punto al 45%”. E su Renzi: “Dice stupidaggini. Mai detto che era il mio erede”

Berlusconi va all-in: "Punto al 45%". E su Renzi: "Dice stupidaggini. Mai detto che era il mio erede"

Silvio Berlusconi non punta in alto, ma in altissimo. Intervenendo stamattina ospite di Circo Massimo su Radio Capitale, il leader di Forza si dice “intimamente convinto di poter di nuovo vincere le elezioni. Tutti i sondaggi sono dalla mia parte. La quota del 40% che dovrebbe garantire la maggioranza in Parlamento è già assicurata. Ma io punto più in alto, almeno al 45% globale della coalizione”.

Incalzato dalle domande di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, Berlusconi va anche oltre e aggiunge: “Chi prende più voti nella coalizione esprime il leader del governo. E sarà Forza Italia a trainare il centrodestra. Non faccio nomi ma ho in mente un super candidato”.

Ma Berlusconi si è soffermato anche sull’ipotesi, avanzata da più parti ieri, di una corsa per Palazzo Chigi di Roberto Maroni, governatore uscente della Lombardia che ha deciso di ritirarsi: “Lo escludo nella maniera più assoluta: se ha questi motivi personali, queste ragioni familiari che lo hanno spinto a scegliere di non candidarsi nella sua regione è assolutamente impensabile che si possano ipotizzare per lui dei ruoli politici e tantomeno nel governo futuro”.

Berlusconi replica poi a Matteo Renzi, che ieri ha definito un ritorno del leader di Forza Italia al governo “una minaccia per l’economia”: “È una stupidaggine colossale. Questa affermazione non merita nemmeno una risposta”. Nega di aver mai definito “suo erede” il segretario del Pd e va all’attacco del M5S: “I cinquestelle oggi sono un pericolo più grave dei comunisti nel ’94. Non hanno alcuna esperienza, alcuna competenza. La gran parte di loro non sa che cosa significa lavorare, tantomeno governare. Non hanno mai amministrato neppure un condominio, e i risultati si vedono, quando – come avviene  a Roma – hanno delle responsabilità di gestione. Il collasso vero e proprio della nostra Capitale è l’emblema di quello che succederebbe se governassero in Italia”.