Campione d’Italia gran Casinò, rien ne va plus. Inchiesta sul crac: 18 persone tra cui due ex sindaci verso il processo

Dopo tre anni, l’inchiesta sul crac del Casinò di Campione d’Italia e sul dissesto del Comune è giunta alla conclusione. Fatti per i quali ieri la Procura di Como ha inviato l’avviso di conclusione indagini alla società che gestiva l’immensa struttura e a 18 persone tra cui gli ex sindaci Marita Pittaluga e Roberto Salmoiraghi. Agli indagati sono contestati numerosi reati che vanno dall’abuso d’ufficio al falso. Stando all’inchiesta i pubblici ministeri, guidati dal procuratore capo Nicola Piacente (nella foto), contestano a due distinte amministrazioni comunali una serie di illeciti che avrebbero causato un dissesto di 61 milioni nelle casse comunali. Per la precisione, si legge nell’avviso, hanno rinunciato “a crediti liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco” e hanno operato “la modifica, svantaggiosa per il Comune, della convenzione siglata in data 29/12/2014” con “la società di gestione del Casinò”. I reati contestati, per i quali ora gli indagati rischiano di finire davanti a un giudice, coprono il periodo che va dal 2013 al 2018 e riguardano la gestione del Comune di Campione d’Italia, per il quale è stato dichiarato il dissesto il 7 giugno 2018, e la gestione della casa da gioco, fallita nel luglio 2018 con sentenza del tribunale di Como e successivamente annullata dalla Corte di appello di Milano. Secondo i giudici è stato impedito ai vertici della casa da gioco di interloquire e ciò è in violazione del principio di contraddittorio previsto nelle cause fallimentari.