Carissimi permessi sindacali. Lo Stato spende 78 milioni. Prestati ai Confederali 74mila dipendenti. Chi paga di più è la Pubblica amministrazione

L’attività sindacale dei dipendenti pubblici costa ogni anno allo Stato oltre 78 milioni di euro. Una spesa diminuita a partire dal 2014, ma ormai stabile. Affrontata per garantire ai lavoratori una giusta rappresentanza e tutela dei loro diritti e monitorata dal Ministero della pubblica amministrazione, che ha trasmesso alla Camera dei deputati una relazione sull’andamento della spesa appunto “relativa all’applicazione degli istituti connessi alle prerogative sindacali in favore dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”. Un rapporto che annualmente il Governo è obbligato a consegnare al Parlamento e alla Corte dei Conti.

ZONE GRIGIE. Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha effettuato una rilevazione a consuntivo dei dati sulla fruizione, nel corso del 2017 – essendo ancora in fase di elaborazione quelli relativi allo scorso anno – dei distacchi, permessi e aspettative sindacali, con l’obiettivo di verificare che tutto sia stato in regola e che non vi siano dunque stati abusi. Un lavoro possibile però soltanto se tali informazioni vengono fornite dai diversi enti e la trasparenza ancora non riesce a farsi completamente largo. Tali dati, che è tra l’altro obbligatorio fornire, sono stati trasmessi dal 95,32% delle amministrazioni pubbliche, in cui opera l’87,84% dei dipendenti, ma quanto accaduto negli enti che non hanno dato informazioni resta un mistero. E il 97% delle amministrazioni che hanno ignorato l’obbligo di trasmettere le informazioni sui permessi sindacali è rappresentato dalle Regioni e dalle Province autonome.

LO SCREENING. Il ministro Giulia Bongiorno, nel rapporto depositato alla Camera, ha specificato che in un anno sono emersi 465.647 giorni di distacco sindacale retribuito e che, tra vari avvicendamenti, sono stati assenti dal servizio 2.064 dipendenti. I permessi cumulati sotto forma di distacco sono poi stati 79.845, di cui hanno fruito 452 lavoratori, e 326.406 sono stati i giorni di aspettativa sindacale non retribuita, relativi a 1.435 dipendenti. Il costo delle assenze per l’attività sindacale è stato quindi stimato in 78,2 milioni di euro, a fronte dei 78,5 milioni dell’anno precedente, degli 82,8 milioni del 2015 e dei 116,4 milioni del 2014. “La spesa relativa alle prerogative sindacali si è consolidata”, ha dichiarato il ministro. Si è giunti così a un risparmio notevolissimo. E per la titolare della pubblica amministrazione tale particolare ha consentito di migliorare i saldi di finanza pubblica e la stessa organizzazione degli enti.