Casamonica in ginocchio. Roma non è più il set di Suburra. La Raggi plaude all’operazione della Polizia e assicura: Nella Capitale non c’è più spazio per l’illegalità

Venti arresti, con 15 indagati messi in carcere e 5 ai domiciliari, e beni per un valore di 20 milioni di euro sequestrati. Questo in estrema sintesi il bilancio dell’ennesimo colpo assestato dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma al clan Casamonica, la famiglia di origine nomade che da anni tiene sotto scacco intero quartieri della capitale e che si è trasformata in una pericolosissima organizzazione criminale di stampo mafioso. E le accuse mosse dagli inquirenti sono proprio per mafia, tra prestiti usurari ed estorsioni.

L’INCHIESTA. Dando il nome “Noi proteggiamo Roma” alla nuova inchiesta, ieri la polizia anticrimine ha fatto scattare il blitz, ipotizzando tra l’altro che i Casamonica abbiano tentato di assumere il controllo criminale di alcune zone di Roma. Un’organizzazione radicata da oltre 20 anni nei quartieri Sud-Est della capitale e nei Comuni limitrofi dei Castelli Romani. Dalle indagini, compiute attraverso intercettazioni, videoriprese, testimonianze e perquisizioni, i poliziotti sono riusciti ad individuare la struttura del clan, costituito da vari nuclei familiari, tutti collegati tra loro in maniera orizzontale e non piramidale. Ognuno con una autonomia propria, ma sempre pronti ad unirsi per far fronte a pericoli e minacce provenienti dall’esterno.

Nelle intercettazioni compiute dagli investigatori è poi emersa la volontà dei Casamonica di controllare il territorio ed evitare infiltrazioni di camorristi e cosche di ‘ndrangheta: “Tu scherzi … tu non te ne rendi conto…ma lavori per i più grandi criminali di Roma. A Roma è la prima famiglia”. Gli arrestati gestivano grossi giri di estorsione e usura con la forza di intimidazione e assoggettamento, creando un legame a vita con i debitori. Proprio come nel film Suburra. Determinante, infine, per le indagini l’apporto dei pentiti del clan. A partire dalle donne, che hanno consentito dagli inquirenti di penetrare in un sistema che essendo su base familiare era rimasto troppo a lungo indecifrabile in alcuni tratti essenziali. Un colpo dopo l’altro il castello del clan sta così venendo giù.

LE REAZIONI. “Nella Capitale è stato inferto l’ennesimo duro colpo al clan Casamonica: aggredire i patrimoni illecitamente accumulati consente di ridurre sensibilmente la forza finanziaria dei clan e di restituirli alla cittadinanza in un percorso di ripristino della legalità”, ha dichiarato il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese. Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha anticipato che “tra i beni confiscati c’è una mega villa frutto dei proventi delle attività illecite” e che chiederà al Tribunale di assegnarla alla Regione per trasformarla in bene comune. “A Roma non possiamo più permettere che tutto questo continui a esistere nell’indifferenza come è accaduto per anni”, ha sottolineato la sindaca Virginia Raggi.

Ancora: “Combattiamo l’illegalità e le mafie riportando ordine in città. L’abbiamo fatto, per esempio, nel 2018 quando abbiamo abbattuto i villini abusivi dei Casamonica. La nostra battaglia continua ogni giorno per riportare legalità e per restituire una città sicura ai cittadini”. A intervenire è stato inoltre, tra gli altri, il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. “Cambia il clima a Roma ed un ringraziamento è dovuto anche alla sindaca Raggi che da anni ha tracciato un cammino di legalità che sta cambiando tutta la città di Roma, ed anche questa è antimafia dei fatti, non delle parole”, ha evidenziato l’esponente pentastellato.