Caso Cucchi, il pm Musarò rivela che i primi risultati dell’autopsia furono tenuti segreti ma non ai vertici dell’Arma dei Carabinieri

I contenuti della relazione preliminare sull'autopsia di Cucchi erano a conoscenza del Comando provinciale dei Carabinieri di Roma e del Gruppo Roma

“Il 30 ottobre 2009 era stata fatta una relazione preliminare sui primi risultati dell’autopsia di Cucchi tenuta segreta ma di cui il Comando Provinciale e il Gruppo Roma sapevano”. E’ quanto ha rivelato il pm Giovanni Musarò nel corso del processo sulla morte di Stefano Cucchi. In quel documento preliminare si sottolineava, ha aggiunto il magistrato, che “la lesività delle ferite allo stato non consentiva di accertare con esattezza le cause della morte”.

Nel suo intervento di fronte alla Corte d’Appello di Roma, il pm Musarò ha sottolineato che nei verbali a firma dell’allora comandante del Gruppo Roma, Alessandro Casarsa, e dell’allora comandante provinciale, Vittorio Tomasone, la relazione medico-legale “non viene menzionata”. Nel documento, sottoscritto dal dottor Tancredi, si sottolineava che la lesività delle ferite allo stato non consentiva di accertare con esattezza le cause della morte.

“Ma già in quei giorni – ha spiegato ancora il pm – i carabinieri, pur sapendo di quella relazione preliminare segreta, nel verbale escludevano un nesso di causalità delle ferite con la morte”. Musarò ha poi aggiunto che “gli stessi legali di Cucchi nel 2009 avrebbero fatto invano richiesta quel documento”.