Cose mai viste nel nostro Paese. Un Governo senza incompatibilità. Ministri e vice passati ai raggi X dell’Antitrust. Rinunciati a tutti i ruoli inopportuni con la carica

Non è mai semplice mollare una poltrona. Basta vedere il doppio incarico di parlamentare e presidente di Regione che per mesi si sono tenuto stretto i governatori della Sardegna e della Calabria, Christian Solinas e Jole Santelli, alla guida di giunte sovraniste. Ancor più difficile è rinunciare a un incarico professionale, di quelli che gonfiano il portafogli. I giallorosa, bersaglio quotidiano di mille critiche da parte delle destre, ci sono riusciti. Nessuna incompatibilità. Chiamati a scegliere tra le responsabilità di Governo e i propri interessi, ministri e sottosegretari non ci hanno pensato un secondo e hanno subito rimosso qualsiasi conflitto, grande o piccolo. Come certificato dall’Antitrust, nella relazione inviata alla Camera dei deputati dal presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli.

IL QUADRO. Al 31 dicembre scorso l’Authority, esaminando le posizioni dei 67 titolari di cariche di Governo e dunque, oltre al premier Giuseppe Conte, dei 20 ministri, dei 43 sottosegretari e di 3 commissari straordinari del Governo, Annapaola Porzio, commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Giuliana Perrotta, per la gestione del fenomeno delle persone scomparse, e il contrammiraglio Aurelio Caligiore, per il recupero delle balle di rifuti plastici pressati perse dalla motonave Ivy nelle acque del Golfo di Follonica, ha appurato che risultavano rimosse 64 situazioni di incompatibilità rilevate e ne restava solo una da rimuovere, relativa alla posizione del commissario Caligiore nel corpo delle Capitanerie di porto. Neppure un ombra su Governo e sottogoverno. Tanto che il presidente Rustichelli, nel rapporto inviato a Montecitorio, ha precisato che “per quanto concerne la tempistica e le modalità di rimozione delle situazioni incompatibili, il Governo attualmente in carica si contraddistingue in quanto in nessun caso è stato necessario un intervento formale dell’Autorità ai fini della risoluzione dell’incompatibilità”.

E ben 31 incompatibilità, il 48%, sono state eliminate contestualmente all’assunzione dell’incarico. I ministri Roberto Gualtieri ed Elena Bonetti, il sottosegretario Maria Cecilia Guerra e il viceministro Pierpaolo Sileri, prof o ricercatori di ruolo presso università italiane, sono stati collocati in aspettativa obbligatoria. E in aspettativa si sono messi anche il ministro Federico D’Incà e i sottosegretari Giuseppe De Cristofaro e Lorenza Bonaccorsi. Il ministro Luciana Lamorgese, consigliere di Stato, si è messa fuori ruolo, il viceministro Giovanni Carlo Cancelleri ha rassegnato le dimissioni da componente dell’Ars e i sottosegretari Gian Paolo Manzella e Bonaccorsi si sono dimessi dalla carica di assessore alla Regione Lazio. Sospesi dall’esercizio della professione di avvocato il ministro Dario Franceschini e il sottosegretario Alessia Morani, mentre il sottosegretario Mario Turco, iscritto all’albo commercialisti, ha chiesto all’Ordine di essere cancellato.

Stessa strada seguita dal ministro Lorenzo Guerini, iscritto al Registro unico degli intermediari assicurativi, dal ministro Stefano Patuanelli, iscritto all’albo degli ingegneri, dal sottosegretario Giulio Calvisi, consulente nel settore della Green Economy, dal sottosegretario Salvatore Margiotta, iscritto all’albo degli ingegneri, dal sottosegretario Roberto Traversi, iscritto all’albo degli architetti, e dal viceministro Sileri, iscritto all’Ordine dei medici. I sottosegretari Traversi e Francesca Puglisi, iscritti all’Ordine dei giornalisti, hanno inoltre sospeso l’attività, e il sottosegretario Sandra Zampa ha interrotto tutti i rapporti di collaborazione.

Ancora: il sottosegretario Alessandra Todde si è dimessa dalla carica di consigliere in una spa e il sottosegretario Achille Variati si è dimesso dal CdA di Cassa Depositi e Prestiti. Hanno detto poi addio alla loro azienda individuale il ministro Guerini, il sottosegretario Anna Laura Orrico e il sottosegretario Gianluca Castaldi, mentre il sottosegretario Turco ha formalizzato la rinuncia a molteplici incarichi di curatore fallimentare ricoperti.