Crac Mps, ecco l’atto d’accusa dei Cinque Stelle a Draghi. Spunta pure un richiamo alla morte di David Rossi

Oggi in Commissione si comincia a parlare dell’affaire Mps, il padre di tutti i crac. In un libro il Movimento mette nel mirino il governatore della Bce

di Stefano Sansonetti

Il momento della resa dei conti, all’interno della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, è sempre più vicino. E potrebbe deflagrare nel caso in cui venisse esplicitata un’autentica accusa a Cinque Stelle, che porta la firma di Luigi Di Maio, Daniele Pesco ed Elio Lannutti. Il bersaglio, con tanto di ricostruzione dei ruoli e dovizia di particolari storici, è Mario Draghi, il cui nome ormai aleggia da giorni (La Notizia lo ha scritto sin dal 4 novembre scorso). Oggi in Commissione si comincia a parlare dell’affaire Mps, il padre di tutti i crac. Il coinvolgimento di Draghi, in quanto allora Governatore di Bankitalia, nell’autorizzazione all’acquisto di Antonveneta è cosa nota. Non nota, almeno finora, è la ricostruzione dei fatti sviluppata dai Cinque Stelle.

L’affondo – Nei giorni scorsi è uscito il libro “Morte dei Paschi”, scritto dal presidente Adusbef ed ex senatore Idv, Elio Lannutti. Grande ispiratore dei temi grillini in materia economica, e forse candidato pentastellato alle prossime elezioni, Lannutti ha affidato la prefazione del volume al candidato premier a Cinque Stelle, Di Maio, e al deputato grillino Pesco, tesoriere e componente della Commissione finanze alla Camera. Naturalmente vale la pena leggerne qualche stralcio per capire che aria potrà tirare nella Commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini. Nel trattare la spericolata operazione di acquisto di Antonveneta da parte di Rocca Salimbeni, i due aprono il libro chiedendosi: “Perché Mario Draghi autorizzò l’acquisto a debito, mediante aumento di capitale di 6 miliardi di euro e l’emissione di strumenti ibridi e subordinati per complessivi 2 miliardi di euro e un finanziamento ponte per 1,95 miliardi da rimborsare anche mediante la cessione di assets non strategici?”. E ancora, riferendosi sempre a Draghi: “Come poteva non rendersi conto che l’intera operazione fosse ad altissimo rischio, dopo lo scoppio della bolla dei subprime nell’agosto 2007 negli Stati Uniti, che aveva contagiato i mercati globalizzati?”. Ma non finisce qui, perché subito dopo queste domande i due grillini scrivono che “non avrebbe senso parlare della storia di David Rossi (l’ex capo area comunicazione di Mps volato giù nel 2013 da una finestra di Rocca Salimbeni, ndr) senza l’esame dettagliato delle vicende più articolate, complesse e torbide di quella finanza creativa di partito fatta di operazioni grossolane a artificiosamente mascherate con le quali è stato svuotato il tesoro del Monte dei Paschi”.

Il carico – A tutto questo, nelle pagine interne, viene aggiunto il carico da novanta di Lannutti. Il quale tira in ballo Draghi anche in un’altra veste. “I funzionari del Financial Stability Forum (il gruppo internazionale a cui competeva la stabilità finanziaria, ndr) e il loro presidente, Draghi, non espressero nemmeno una perplessità circa l’immensa e sconclusionata fusione bancaria in atto”. Accuse molto dure, che a questo punto potrebbero essere trasposte così come si leggono anche in Commissione banche. Dove oggi saranno sentiti i pm che indagano sul crac. E dove domani saranno auditi i rappresentati delle associazioni dei consumatori, tra cui la stessa Adusbef di Lannutti. E sarà interessante capire cosa farà il Pd: inseguirà i grillini sul tema Draghi, dopo l’evasività dei giorni scorsi?

Twitter: @SSansonetti