Da Craveri a Pezzana. Per sette giorni in Aula duemila euro al mese di vitalizio. Il grillino Cioffi pronto alla piazza: “Privilegio ingiusto e inaccettabile”

La battaglia continua. E riparte da una citazione: “Un privilegio inaccettabile. Che Lorsignori si sono autoassegnati con regole di sfacciato favore rispetto ai trattamenti pensionistici in vigore per i normali cittadini”. Tratta dal libro Orgoglio & Vitalizio, dei giornalisti Primo Di Nicola, oggi senatore del Movimento Cinque Stelle, che per primo nel 1999 pubblicò su L’Espresso gli elenchi della vergogna, Antonio Pitoni (caporedattore de La Notizia) e Giorgio Velardi (attuale portavoce del ministro Nunzia Catalfo). A rispolverarla, in un lungo posto sul Blog delle Stelle, il facilitatore M5S del Team del Futuro per l’area Trasporti e Infrastrutture, Andrea Cioffi (nella foto). “Oggi è in corso una incredibile operazione di restaurazione del privilegio, che è inaccettabile in ogni caso, dal momento che chi ne beneficiava incassava molto più di quanto aveva versato – accusa -. Milioni di euro ogni anno a carico dei cittadini. Ma ci sono casi che sono più indecenti di altri, quelli di persone che hanno pure l’impudenza di rivendicare i loro ricchi assegni”. Ma non è tutto.

“Facciamo qualche esempio? – prosegue l’ex sottosegretario -. Piero Craveri entra da eletto in Senato il 2 luglio 1987. Il 9 luglio dello stesso anno, una settimana dopo, si dimette. Vitalizio incassato fino al 31 dicembre del 2018? Circa 2.300 euro netti al mese. Un importo certamente molto superiore ai contributi che Craveri ha continuato a versare per il resto di quella legislatura”. E non finisce qui. “Con la nostra delibera che ha tagliato i vitalizi, Craveri continua a percepire una pensione dal Senato, giustamente decurtata, oltre a quella che incassa da ex professore – prosegue Cioffi -. Eppure ha recentemente dichiarato di non aver mai pensato di rinunciare al vitalizio, spiegando che ‘faceva parte dei privilegi che allora aveva la classe politica’.

Veramente incredibile lo sprezzo del buon senso e del buon gusto”. Da un Radicale all’atro, ecco il caso di Angelo Pezzana, deputato dal 6 al 14 febbraio 1979. “Vitalizio? oltre 2.200 euro netti. Qualcosa da dichiarare? ‘Rinunciare al mio vitalizio? Non ci penso proprio nel modo più assoluto. È un mio diritto, ho osservato la legge e non mi vergogno di nulla’. Eppure sembra abbia versato circa 60 mila euro di contributi mentre ha incassato qualche centinaio di migliaia di euro di vitalizio”, incalza il senatore M5S. “Abbiamo detto basta a questo scandalo, lo abbiamo fatto con il massimo del rigore, attraverso due delibere degli uffici di presidenza di Camera e Senato, ascoltando autorevoli esperti e con diversi accorgimenti che tutelino i casi più critici”, scrive ancora Cioffi.

“Nonostante questo in più di 700 ex senatori e il doppio di ex deputati non si sono arresi, hanno fatto ricorso. E al Senato nell’organo che deve valutarli stanno succedendo troppe cose ambigue. Noi non ci facciamo prendere in giro e glielo vogliamo dire dentro e fuori dal Palazzo. Ci vediamo il 15 febbraio in piazza a Roma per un messaggio forte e chiaro: non c’è più spazio per i privilegi”. Ad majora.