Da Foa condotta inappropriata. Ma il Cda Rai non poteva sfiduciarlo. Parla la consigliera di Viale Mazzini in quota 5S, Coletti: “L’ordine del giorno impediva un voto sul presidente”

“Il presidente della Rai, al pari dei singoli consiglieri di Viale Mazzini, riveste un ruolo istituzionale”. Un ruolo al quale, secondo Beatrice Coletti, componente del Cda in quota M5S, Marcello Foa non si è attenuto: “Non ritengo consono per chi ricopre questo ruolo avventurarsi in un’esposizione mediatica continua, come quella perpetrata nelle ultime settimane dal presidente Foa. Né tantomeno in commenti sull’attività giornalistica svolta dalle testate dell’azienda che rappresenta, come ha ben spiegato il senatore Di Nicola in Commissione di Vigilanza”. Un giudizio netto quello della Coletti, che a passare per quella rimasta silente in Cda proprio non ci sta.

Eppure i suoi colleghi Borioni e Laganà, hanno detto di essersi “ritrovati soli” a chiedere trasparenza e collegialità. Cosa risponde?
“Che nell’ultimo Cda, un voto di censura o di sfiducia nei confronti del presidente Foa non era possibile”.

Perché?
“Innanzitutto vorrei chiarire che senza la mia firma, insieme a quella dei consiglieri Laganà e Borioni (per inserire un punto all’ordine del giorno occorre la richiesta di almeno tre consiglieri, ndr), la questione della lettera di Barachini alla Rai che chiedeva un intervento ‘riparatorio’ della Rai concedendo diritto di replica ai leader dell’opposizione dopo la conferenza stampa del premier Conte, non si sarebbe neppure potuta discutere”.

E arriviamo alla questione del voto…
“L’ordine del giorno recitava: ‘Conferenza stampa del presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2020 e lettere del presidente della commissione di Vigilanza Rai’. Quindi, anche a chi non ha dimestichezza con i regolamenti, è del tutto evidente che, così formulato, l’ordine del giorno non consentiva di procedere ad alcun voto sull’operato del presidente”.

E nell’ambito della discussione, cosa è emerso sul comportamento dei vertici di Viale Mazzini?
“Non c’è dubbio che l’ad Salini abbia operato correttamente e nel pieno delle sue funzioni. Ciò detto, vista la rilevanza della questione, sarebbe stato del tutto auspicabile che la lettera venisse comunque trasmessa tempestivamente all’intero Cda. Anche per evitare, come ho fatto presente durante la riunione di giovedì, che ne venissimo a conoscenza dai giornali”.

Altra questione, peraltro, sollevata da Laganà e Borioni…
“La lettera di Barachini è stata inviata sabato 11 aprile, il Cda ne è venuto in possesso martedì 14, quando gli uffici hanno riaperto dopo le feste di Pasqua. Il presidente del collegio sindacale, preposto a garantire l’osservanza della legge, interpellato sul punto, non ha ravvisato alcuna violazione del regolamento”.

Come giudica l’iniziativa e il contenuto della lettera di Barachini?
“Non sta a me giudicare l’operato del presidente della Commissione di Vigilanza”.

E quando l’ha ricevuta l’ha considerata un’iniziativa personale di Barachini o di tutta la Vigilanza?
“La lettera riportava l’intestazione della presidenza della Vigilanza. Ma la questione è stata ampiamente affrontata nella sede appropriata, cioè la stessa Commissione di Vigilanza”.

Se il prossimo ordine del giorno del Cda prevedesse una propostra di censura/sfiducia nei confronti di Foa, lei come si regolerebbe?
“La valuterò nell’ambito delle mie facoltà di consigliere delle Rai. Ma mi lasci dire un’ultima cosa”.

Prego…
“Trovo disdicevole che si parli troppo spesso di Rai per polemizzare sui vertici invece di raccontare l’impegno dell’azienda durante l’emergenza coronavirus. Impegno per il quale ringrazio tutti i dipendenti per la loro abnegazione, con l’auspicio che possano valutare il nostro operato in base ai fatti e non alle chiacchiere”.