Dall’Iss indicazioni e consigli per i bagnanti e i gestori degli stabilimenti. “Il rischio contagi riconducibile al turismo balneare è significativo”

Con oltre 7.000 km di costa e un numero elevato di aree di balneazione (un quarto del totale europeo) abitate da 17 milioni di persone, che possono anche raddoppiare in alta stagione, secondo gli esperti dell’Istituto superiore di Sanità “può diventare significativo il rischio riconducibile al turismo balneare”. Affollamenti, spostamenti, vicinanza e contatto sono, infatti, più frequenti nelle aree tipiche dell’ambiente balneare in stabilimenti, spiagge attrezzate o di libero accesso. Tale rischio, aggiungono dall’Iss, “può assumere gradi diversi a seconda dei differenti indici sanitari valutati a livello regionale e locale”.

Assume, invece, scarsa rilevanza il rischio correlato “alla potenziale contaminazione delle acque da reflui o da escreti infetti presenti a monte dell’area di balneazione o diffusi da imbarcazioni”. “Le misure di controllo e monitoraggio a carattere ambientale e sanitario applicate in base alla normativa vigente, infatti, ma anche la suscettibilità̀ del virus alle variabili ambientali rendono trascurabile il rischio”. Sono queste le principali conclusioni del “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2”, a cui hanno collaborato anche esperti dell’Inail e dell’Arpa,  appena pubblicato “con l’obiettivo di alzare il livello di sicurezza nelle spiagge in vista della stagione balneare”.

Nel rapporto (consultabile qui), per una balneazione sicura sono fornite raccomandazioni per tenere sotto controllo i rischi sanitari. Si tratta di indicazioni semplici, di tipo tecnico che riguardano i controlli ambientali, dal funzionamento dei depuratori, al controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti e di norme igieniche/comportamentali da seguire in stabilimenti e spiagge libere indirizzate ai gestori degli stabilimenti balneari e agli stessi bagnanti.

Il rapporto enfatizza come la possibilità di contenere e controllare la diffusione del virus è fondamentalmente legata ai comportamenti individuali, soprattutto il distanziamento. “Quest’ultima necessità – riferisce ancora l’Iss – può comportare in molti casi modalità di fruizione degli ambienti diverse rispetto alla prassi consueta, come il contingentamento degli accessi su prenotazione e l’adeguamento alle rigorose regole comportamentali, tra cui la vigilanza sui bambini”.