Dal Copasir alla Vigilanza Rai. Slitta di una settimana l’elezione dei presidenti. In pole Guerini ai Servizi e Barachini alla tv pubblica

Quanto alle commissioni di garanzia, alla presidenza del Copasir dovrebbe andare il renziano e già capogruppo del Pd a Montecitorio Lorenzo Guerini

Una settimana di tempo per trovare la quadra. Le capigruppo di Camera e Senato, e cioè gli organi composti dai rappresentanti dei gruppi parlamentari, hanno deciso di dare ulteriore tempo alle minoranze, per trovare un accordo sulle Commissioni di garanzia la cui presidenza spetta loroo per prassi.  Stiamo parlando di Vigilanza Rai e Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica).

La partita – Entro lunedì pomeriggio, i gruppi dovranno consegnare i nomi dei propri componenti in entrambi gli organi, che si riuniranno per la prima volta in questa legislatura mercoledì. Alle 9 la Vigilanza, alle 10 il Copasir. Alle 11, invece, l’aula eleggerà i componenti del Cda Rai. Sette giorni di tempo per trovare un’intesa che nei fatti, ad oggi, ancora non c’è ma che sembra però più vicina. E che potrebbe allargarsi anche ai membri laici del Csm e al Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa. Quanto alle commissioni di garanzia, alla presidenza del Copasir dovrebbe andare il renziano e già capogruppo del Pd a Montecitorio Lorenzo Guerini. Alla Vigilanza Rai, invece, nelle ultime ore prende sempre più quota il nome del neosenatore di Forza Italia ed ex giornalista Mediaset Alberto Barachini. Un’idea dello stesso Silvio Berlusconi, che visti i veti incrociati tra i fedelissimi Maurizio Gasparri e Paolo Romani, entrambi dati per mesi in pole position per la poltrona più alta della Vigilanza, avrebbe colto l’occasione per svecchiare l’entourage di FI, lanciando il senatore quaranticinquenne. E se da una parte i pentastellati hanno palesato più di una perplessità nell’affidare proprio a Forza Italia e per di più ad un ex dipendente Mediaset, la presidenza della Vigilanza Rai, dall’altra il Carroccio preferirebbe concedere la bicamerale che vigila sull’operato dei servizi segreti a Fratelli d’Italia, lasciando così il Pd a bocca asciutta. La partita, che si gioca su un doppio binario, potrebbe portare poi a non scontati colpi di scena, complice il calendario.

Il calendario – Anche perché, di fatto, tutto si deciderà nel giro di poche ore nella stessa giornata di mercoledì. Sono due i componenti del Cda Rai che dovrà eleggere l’emiciclo di Montecitorio,  gli altri due spettano a quello di Palazzo Madama. E le due rispettive votazioni andranno ad accavallarsi proprio con l’insediamento e l’elezione dei rispettivi presidenti di Vigilanza e Copasir. Tanto che nella maggioranza, ma anche tra le forze di opposizione, c’è chi teme sgambetti e, appunto, colpi di scena. Se qualcosa va storto alla Vigilanza, è probabile che si trascini appresso tutto il resto. E sulla partita che coinvolge la televisione pubblica, ieri è intervenuto anche il presidente della Camera, nonché ex titolare della Vigilanza, Roberto Fico. “La Rai – scrive il pentastellato su Facebook – è la principale industria culturale del Paese e svolge un prezioso ruolo di servizio pubblico”. La scelta dei nomi del Cda di Viale Mazzini sarà quindi “un vero banco di prova per la legislatura”, dove “competenza, indipendenza e capacità di visione e progettazione” dovranno essere “i fari che guideranno la scelta dei componenti del futuro consiglio di amministrazione”.  Del resto, è quanto filtra da fonti vicine al Movimento, i Cinque Stelle vorrebbero come nuovo direttore generale della televisione pubblica un nome totalmente avulso al sistema.