Renzi regala il martirio a Salvini. L’ex premier “condanna” il ministro. Se il Pd farà lo stesso il leader della Lega sarà processato per il caso Diciotti

Renzi voterà a favore dell’autorizzazione a procedere avanzata nei confronti di Salvini per il caso Diciotti

L’ha annunciato sui suoi canali social: Matteo Renzi voterà a favore dell’autorizzazione a procedere avanzata nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti. “Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei ministri nei confronti di Salvini – ha scritto l’ex presidente del Consiglio – Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere”. A questo punto, bisognerà capire cosa farà il Pd.

Nessuno dei leader dem ha fino a questo momento preso una posizione netta come quella di Renzi. “Bisogna seguire l’iter della richiesta in giunta e approfondire la questione da tutti i punti di vista”, hanno detto i quattro componenti dem della Giunta per le elezioni, che sono i senatori Francesco Bonifazi, Anna Rossomando, Nadia Ginetti e Giuseppe Cucca. La loro decisione sarà a dir poco decisiva.

La Giunta si riunirà per la prima volta domani alle 11. I componenti dell’organo parlamentare presieduto da Maurizio Gasparri dovranno votare a scrutinio palese. Fra i 23 membri della commissione, Salvini può certamente contare sui 4 senatori della Lega. Certo che gli esponenti di Fratelli d’Italia e di Forza Italia voteranno in difesa del ministro: il totale fa nove voti. Luigi Di Maio ha invece confermato quanto anticipato da Gianluigi Paragone: i sette esponenti del M5s voteranno sì al processo. Con i voti dei dem, in totale fanno undici senatori a favore dell’autorizzazione a procedere.

L’ex presidente del Senato Pietro Grasso non si è ancora pronunciato, ma è quasi certo, viste le posizioni critiche di Leu, che alla fine voti per l’autorizzazione a procedere. Restano in sospeso, ma non necessariamente in bilico, l’ex M5S Gregorio De Falco e Meinhard Durnwalder (Svp-Autonomie) che vogliono rendersi conto della situazione una volta esaminati i documenti. In giunta, quindi, sarebbero 12 voti a favore del processo a Salvini e 9 contro, con due senatori incerti. Con una grande probabilità che anche i due (soprattutto De Falco) votino a favore. Totale: 14 a 9.

Dopo il voto della Giunta stessa la partita passerebbe all’Aula, che dovrà anche lei esprimersi. Il Pd ha 52 voti: se tutti dovessero seguire l’indicazione di Renzi, andranno a sommarsi ai 107 dei 5 Stelle. A quel punto voteranno a favore dell’arresto di Salvini in 159. Anche se tutti gli altri dovessero votare a favore di Salvini, il ministro dell’Interno finirebbe a processo con l’accusa di sequestro di persona aggravato: rischia fino a 15 anni di carcere.

Ed è forse anche per questo che la Lega ieri ha diramato un comunicato firmato dai due capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari: “Processare chi, nell’esercizio delle sue funzioni di ministro dell’Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, significa inequivocabilmente tentare di processare il Governo”. Un chiaro segnale inviato ai colleghi dell’esecutivo.

“Ma i patti erano chiari sin dall’inizio”, spiegano fonti pentastellate. Nel frattempo il ministro Lorenzo Fontana in serata ha fatto sapere di aver rimesso il mandato nelle mani di Salvini “perché ritegno che sia giusto consolidare la sua difesa”. “È una situazione molto delicata – ha siegato il ministro ospite a Quarta Repubblica – Se ci dovesse essere l’autorizzazione non dovrebbe essere l’unico sotto processo, ma tutto il governo”. Il ministro per ora non commenta: sa bene che quello di magistratura e Pd, in fondo, è un regalo prezioso in vista delle europee: la strategia del “martirio” in questi casi ripaga sempre.