Dopo il fuoco amico torna il sereno. Fiducia alla Raggi dai consiglieri M5S. Lo stop dei dissidenti si limita alla nuova discarica. E la sindaca ora accelera sulla fase 2 del Campidoglio

Chi aveva pronto in canna il de profundis per la sindaca Virginia Raggi, dovrà attendere ancora a lungo. Per l’esattezza il termine di questa consiliatura, ossia nel 2021, perché la temuta spaccatura nella maggioranza in Campidoglio è stata già superata con i 12 ribelli che hanno rinnovato l’appoggio alla prima cittadina. “Ho visto un grande allarmismo sulla tenuta della Giunta: una questione che non si pone. Nessuna sfiducia a Raggi, arriveremo fino a fine mandato” ha affermato il capogruppo capitolino del M5S, Giuliano Pacetti, a margine della commissione Ambiente sulla discarica di Monte Carnevale. Insomma la debacle di martedì, con i grillini che in Assemblea hanno votato le mozioni delle opposizioni, non è stata affatto un voto contro la sindaca grillina e nemmeno contro il Movimento, né capitolino né nazionale.

EMERGENZA INDOTTA. Certo non si può negare che qualcosa sia andato storto e che il voto di martedì, nell’Aula Giulio Cesare, non abbia avuto alcun significato. A ben vedere sono state approvate due mozioni che chiedono di bloccare la discarica di Roma. Proprio l’impianto chiesto a gran voce dalla Regione Lazio e su cui, da programma, il Movimento è sempre stato contrario. Lo sa bene la Raggi che ha sempre puntato sulla svolta green, sull’economia circolare e sulla raccolta differenziata, anche a costo di venire derisa e, in alcuni casi documentati in Procura, addirittura sabotata.

Già perché spesso si tende a dimenticare che l’emergenza rifiuti dei mesi scorsi è stata frutto di una serie di eventi che sembrano avere poco a che fare con la fortuna e che sono iniziati con i roghi ai due impianti di trattamento meccanico biologico della città, uno dei quali ha letteralmente devastato e reso inservibile l’impianto al Salario e per il quale c’è tutt’ora un’indagine in cui è ipotizzato il reato di incendio doloso, seppur a carico di ignoti. Poi è stata la volta dei roghi dei cassonetti, su cui ci sono ben pochi dubbi sulla natura tutt’altro che accidentale, e anche di alcuni mezzi che si occupano della nettezza urbana. Fatti che hanno reso inevitabile l’ennesima emergenza rifiuti che ha fatto precipitare la città in una spirale senza via di uscita, con il Campidoglio messo quotidianamente sotto assedio dal governatore Nicola Zingaretti che non ha mai negato la possibilità di arrivare addirittura al commissariamento della sindaca in materia di rifiuti.

AVANTI TUTTA. Eppure la Raggi non si è arresa e ha risposto colpo sul colpo al segretario dem con un braccio di ferro durato settimane in cui ha chiesto e ottenuto che la Regione facesse la sua parte in materia di immondizia, ad iniziare dall’approvazione del piano rifiuti che mancava da anni. Solo con le dovute garanzie, la Raggi è stata costretta, per giunta da un’ordinanza della Regione, a decidere il luogo dove far sorgere la nuova discarica di servizio ben consapevole che ciò avrebbe causato forti reazioni anche tra i grillini. Proprio quelle che martedì sono finite in Aula Giulio Cesare e che, secondo molti portatori di sventura, avrebbero causato la fine della consiliatura grillina che, invece, è tutt’altro che avvenuta. Anzi, nonostante è innegabile che permanga qualche mal di pancia nella maggioranza, la Raggi ha tratto giovamento da questa sconfitta e ha subito rilanciato i suoi progetti per il futuro della città. A partire da un bando di concorso per installare telecamere ad infrarossi con cui arginare il problema dei roghi tossici nei campi rom e l’annuncio di un ulteriore potenziamento dei mezzi di Atac.