E’ la Toscana di Lo-Renzi il Magnifico

Di Camilla Conti

Grandi manovre nel Granducato. Il prossimo anno ci saranno le elezioni regionali, il Pd dovrà affrontare le primarie di partito e la riconferma del governatore Enrico Rossi non è più così scontata come poteva sembrare fino a qualche mese fa.

Lotte intestine
Pesano le continue fratture in seno al consiglio regionale su alcune scelte strategiche per lo sviluppo del territorio, pesa la sconfitta di Livorno dove hanno vinto i grillini e pesa anche la mancata saldatura – tentata quando Matteo Renzi era ancora sindaco di Firenze – tra Rossi e il gruppo dei renziani. Così come il peso politico dell’attuale presidente è stato minato dalla decisione di demolire il relitto della Concordia a Genova e non a Piombino. Senza dimenticare la battaglia aeroportuale dopo l’Opa lanciata dal magnate argentino Eduardo Eurnekian sulla pisana Sat e sulla fiorentina Adf che gestiscono i due scali toscani e di cui la Regione è azionista. La vicenda ha infatti incrinato i rapporti fra Rossi e un suo alleato storico, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Dalla parte del governatore non sembra essere rimasto l’ex sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, né quello di Arezzo, Giuseppe Fanfani. A indebolirlo ulteriormente sono inoltre le proteste contro il nuovo piano paesaggistico licenziato dalla commissione Ambiente che limita l’apertura di nuove cave e rende possibile il ripristino di quelle più vecchie ma con una serie di particolari accorgimenti che rispettino il territorio. Una disposizione che è più “mite” di una precedente ipotesi che ipotizzava la chiusura dell’attività estrattiva nell’area del Parco delle Apuane, ma che gli imprenditori del marmo non giudicano sufficiente. Gli stessi imprenditori del settore lapideo hanno acquistato pagine pubblicitarie su alcuni quotidiani locali dove hanno pubblicato la foto di un particolare del David di Michelangelo e l’invito a “non adottare questo piano paesaggistico. Infine, a metà luglio il consiglio regionale dovrà esprimersi sull’adozione del nuovo piano di indirizzo territoriale (PIT) per la pista dello scalo fiorentino. Insomma, la poltrona vacilla.

Il toto-primarie
Ma chi potrebbe scendere in pista alle primarie? Alcuni renziani vorrebbero schierare Stefania Saccardi, traslocata di recente dal Comune di Firenze dove era vicesindaco, alla Giunta Regionale come vicepresidente, proprio per ridimensionare il ruolo di Rossi. Tra gli stessi renziani, nel mondo dell’associazionismo e nelle fila sindacali, sta maturando però anche un’altra ipotesi. Ovvero quella di candidare alla presidenza della Regione, Federico Gelli, che come presidente del Cesvot (il centro servizi del volontariato toscano) è molto attivo su tutto il territorio regionale.
Sulle elezioni peseranno comunque i nuovi equilibri che stanno maturando dopo la vittoria di Dario Nardella alle ultime comunali fiorentine. Il neosindaco sta tessendo alleanze in città riannodando anche i fili di vecchie amicizie come quella con il senatore Vannino Chiti, alfiere della fronda antirenziana in Parlamento. In questo nuovo scenario, sembra avere perso influenza (almeno a livello locale) l’uomo forte ai tempi di Renzi sindaco, ovvero il suo gran ciambellano Marco Carrai. Complice lo stesso premier che per mantenere saldi i rapporti con il mondo economico e i vari poteri in Toscana, sta puntando tutto sul ruolo di Fabrizio Landi, l’ex amministratore delegato di Esaote di cui il presidente del Consiglio si fida ciecamente. Tanto da averlo accomodato sulla poltrona di consigliere di amministrazione di Finmeccanica. Non solo. Nardella sta consolidando anche i rapporti con i poteri economici locali. Come il nuovo presidente della Camera di Commercio di Firenze, Leonardo Bassilichi. Renziano ma anche assai vicino al numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, Bassilichi punterebbe anche a conquistare la presidenza degli industriali fiorentini.

Economia e politica
La partita politica è dunque legata a doppio filo con quella economica. E non è un caso se lo scorso 1 luglio a Siena si è svolto un convegno (“L’Italia e l’attrazione di investimenti esteri”) organizzato da Confindustria Arezzo, Grosseto e Siena che ha riunito importanti esponenti dell’industria e della finanza internazionale che potrebbero essere interessati a investire nella regione nei prossimi mesi. Alla tavola rotonda moderata da Alan Friedman, oltre a Antonella Mansi (vice presidente di Confindustria nonché presidente della Fondazione Mps) e all’ad di Mps Fabrizio Viola, si sono seduti anche un rappresentante di Blackrock e di Philip Morris. Nel frattempo, la Confindustria Toscana si sta riorganizzando con la fusione delle tre sedi di Arezzo, Siena e Grosseto che rappresentano complessivamente circa 1200 associati e 40 mila dipendenti. Il presidente della nuova associazione unica sarà l’aretino Andrea Fabianelli mentre i due vice verranno scelti da Siena e Grosseto. Dall’esito di tutte queste manovre si delineeranno i futuri assetti di potere per la partita del 2015. Con un occhio a Roma.