L'Editoriale

Inqualificabile giravolta della Lega sul taglio dei parlamentari. Ecco chi tradisce davvero gli elettori

Che voltagabbana che sono i 5 Stelle, traditori e attaccati alle poltrone. Dal Tav in poi, ogni promessa non mantenuta è colpa loro. E pazienza se non è stato possibile fermare i cantieri in Val di Susa perché tutto il Parlamento ha votato contro. E che dire del voto alla von der Leyen? Il Movimento da sempre in guerra contro l’Europa del rigore nella spesa pubblica doveva continuare a bombardare Bruxelles, anche se quella politica rovinosa è cambiata grazie alle opportunistiche aperture tanto dei tedeschi – per salvare le loro banche e uscire dalla stagnazione – quanto dei francesi assediati da fortissime tensioni sociali.

Non parliamo poi degli stipendi di deputati e senatori, dove è indecente che qualcuno non ne restituisca una parte ai cittadini, mentre negli altri partiti nessuno ha mai tirato fuori un euro. Sia chiaro, l’elenco delle critiche non finisce qua, ma nonostante siano quasi tutte pretestuose, al tam tam della grande informazione questo basta e avanza per bombardare Di Maio e i suoi, e poi dedicare fiumi di inchiostro e di trasmissioni tv per vedere a che punto sono le macerie. Un gioco a cui si sta aggiungendo anche un consistente fuoco amico, con qualche eletto alle Camere che scappa, e per accasarsi altrove sputa nel piatto dove ha mangiato.

Se questo non è ancora sufficiente, al di là delle congetture sempre negative su qualunque cosa tocchino i 5S – dal Reddito di cittadinanza a uno sforzo diplomatico in Libia come non ha fatto nessuno – le normali riflessioni di un Movimento sulla propria struttura organizzativa sono rappresentate come ammutinamenti, e si fanno circolare voci incontrollate di divaricazioni senza fine tra Di Maio e il premier Conte. Un polverone, insomma, sotto al quale possono nascondersi i veri trasformisti della politica, a cominciare dall’inqualificabile giravolta della Lega sul taglio dei parlamentari. Nonostante l’abbia votato per ben quattro volte, Salvini ha gettato la maschera offrendo le firme necessarie per il più inutile dei referendum. Così finalmente vediamo chi è davvero attaccato alle poltrone, in compagnia dei fuoriusciti M5S, che con l’alibi di struggenti scelte di coscienza si tengono il seggio e tutto lo stipendio.