L'Editoriale

La brutta Commedia del Mes

Quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima, ma se la hit del momento è un concerto di diavoloni, beh, allora è proprio da stolti non starne alla larga. L’inferno, in una moderna Commedia di Dante, si chiamerebbe Mes, cioè soldi europei presto e sull’unghia, in cambio, dopo poco tempo, di un posto d’onore nel girone degli scialacquatori sbranati dai lupi (per gli appassionati è il VII cerchio). Nell’ultima intesa dell’Eurogruppo – ci cantano all’unisono Luciferi e Belzebù ben noti nonostante le consuete sembianze di Prodi, Renzi, Berlusconi e compagnia di giro – si è stabilito di creare nel Mes una linea di credito priva di condizioni, e dunque perfetta per l’Italia che ha le botteghe chiuse da due mesi e la gente tra un po’ comincia a sbranarsi alla maniera del conte Ugolino.

Trentacinque miliardi vale quest’offerta (un tozzo di pane!), ma se quel brav’uomo di Conte insiste nel non volersi concedere per tenersi stretta la virtù di non spergiuro, ne dovrà rispondere insieme a quegli stolti dei Cinque Stelle, tutti indisponibili a mettere il collo nella trappola. Di Mes, sia chiaro, non vogliono sentirne parlare neppure i sovranisti, ma visto il ruolo di molesta e sterile opposizione in cui si sono infilati Salvini e la Meloni, l’unica speranza che non si ceda a questa nuova tentazione di Bruxelles risiede nel Presidente del Consiglio e nei parlamentari del Movimento. L’altra gamba della maggioranza, quella del Pd, è infatti molto più disponibile, non si capisce se per ingenuità o per complicità.

Resta il fatto che il Mes è una bolgia dentro la quale una volta entrati non si esce, e siccome dalla linea di credito senza condizioni a quelle che portano alla Troika la strada è breve, andiamo a ripassarci certi capolavori del passato. Se non volete andare così indietro fino all’Alighieri, fermatevi alla patria della tragedia antica, quella Grecia che il soccorso compassionevole dell’Unione europea ha rapinato, umiliato e affamato proprio col Mes e i suoi vergognosi memorandum. Fortuna che i Prodi, i Renzi e i Berlusconi oramai sono ridotti al rango di poveri diavoli, e nelle loro esche per sciocchi non ci casca quasi più nessuno.