L'Editoriale

L’arbitro che diventa goleador

Ci mancava l’arbitro che si finge super partes e poi fa gol nella porta avversaria. Il voto decisivo della presidente del Senato Casellati sulla vicenda Gregoretti segna un altro cedimento delle nostre istituzioni alle logiche politiche di parte, in un contesto in cui persino la Corte costituzionale è attaccata violentemente da Salvini per aver bocciato il referendum con cui la Lega voleva cucirsi addosso un sistema elettorale su misura. Queste due sberle – il voto di lunedì prossimo per autorizzare il processo all’ex ministro dell’Interno e lo stop della Consulta alla formazione del prossimo Parlamento con il solo sistema maggioritario – secondo alcuni sono un autogol per Cinque Stelle e Pd, in quanto favoriranno il “Capitano” alle prossime Regionali, facendone una vittima della guerra tra élite e popolo, parrucconi a guardia dello status quo da un lato e l’unico esponente politico che difende i sacri confini dallo straniero, dall’altro.

Certo, la propaganda leghista non si farà sfuggire l’occasione, mistificando la realtà come ha appena fatto strumentalizzando il titolo di un’intervista in prima pagina di Repubblica. Ma di fronte a queste frottole cosa dovrebbe fare l’opposizione alla destra più becera di sempre? Non andare lunedì in Giunta al Senato e così salvare un’altra volta il capo del Carroccio dal processo, per poi fare marcia indietro in Aula? L’ennesimo pasticcio, insomma. Oppure smetterla col denunciarne le sortite autoritarie, le balle sulle tasse che non può tagliare, le reticenze sui rapporti opachi in Russia, le giravolte come quella sul taglio dei parlamentari e tutto il resto, solo perché il fallimento dell’antiberlusconismo giudiziario e viscerale ha dimostrato che così si fortifica l’avversario?

Chi la pensa in questo modo fa poco affidamento sulla capacità degli italiani di capire cosa ci sta succedendo attorno, per quanto sotto l’effetto distorsivo di un’informazione sfacciatamente faziosa a favore del Centrodestra, nei giornali di riferimento e soprattutto nelle trasmissioni e nei tg Rai occupati dai leghisti e in tutte le reti Mediaset. D’altra parte, l’alternativa è arrendersi, e rassegnarsi alla retorica bugiarda dei Cinque Stelle poltronari e del Governo delle tasse. Salvini vincerà lo stesso? Pazienza, ma non c’è onore nell’arrendersi senza combattere.