L'Editoriale

Sembravano sardine. Erano squali

Se la sardina col maglioncino Benetton era indigesta, sentire il loro leader Mattia Santori che difende i vitalizi dei parlamentari è da lavanda gastrica. Peccato, perché questo movimento sembrava poter dare ben altri contributi dopo il meritorio argine ai sovranisti in Emilia Romagna. Già in quella fase, a dire il vero, c’era qualcosa che non convinceva, ma ciò nonostante anche questo giornale aveva guardato alla nascita del fenomeno con attenzione, e pertanto non possiamo essere accusati della stessa ostilità di altri. Era strano però l’enorme strombazzamento della Sinistra e del suo sistema mediatico.

Anche l’esiguità della proposta politica era disarmante, per quanto su quella tela bianca si sarebbe potuto dipingere ogni cosa. Ma passate le urne non si è visto niente, se non incomprensioni tra referenti locali e il bacio della pantofola ai Benetton e al loro guru della comunicazione Oliviero Toscani. “Un’ingenuità”, è stata la giustificazione delle sardine cape a chi ha ricordato che dal giorno del crollo del ponte Morandi di Genova, in cima all’agenda politica del Paese c’è la revoca delle concessioni autostradali al gruppo di Ponzano veneto. Possibile perciò che sia stata solo leggerezza? Crederlo non è facile conoscendo lo storico rapporto dei Benetton con la Sinistra italiana, ben sostenuta anche con regolari e ricche donazioni. Ma ieri Santori ha gettato la maschera, dicendo che opponendosi ai vitalizi i 5 Stelle non hanno “seguito l’attualità dell’agenda di governo” – ah, ora la conoscono l’agenda! – e bocciato come “strumentale” la manifestazione di sabato prossimo in piazza a Roma proprio contro il ripristino di questo intollerabile privilegio.

Alle sardine interessa solo riscrivere i decreti sicurezza, su cui peraltro anche il Movimento oggi retto da Vito Crimi è d’accordo nel recepire le osservazioni del Quirinale e aggiustare persino di più, alla luce dei limiti fin qui dimostrati dai provvedimenti. Nel frattempo però per Santori e compagni i Benetton possono continuare a fare soldi con le autostrade regalate dallo Stato, i parlamentari tenersi i loro vecchi benefici e il Paese restare quello che è. Ce l’avessero raccontata così sin dall’inizio, invece che sardine li avremmo chiamati squali.