L'Editoriale

Ultimi colpi di una Ue in scadenza

Chi avesse ancora dubbi sulle vere cause del crollo dell’Italia sui mercati farebbe bene ad allungare lo sguardo fino alla Lettonia. Da questo Paese arriva il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, un signore che insieme al Commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha bocciato preventivamente la Manovra economica italiana, scatenando i guai di Borsa e spread che stiamo vedendo in questi giorni. In Lettonia si sono appena tenute le elezioni, e il partito europeista di Dombrovskis è uscito umiliato dalle forze filorusse ed euroscettiche. Un risultato non facilmente prevedibile, perché grazie all’Unione europea i lettoni hanno ottenuto molti soldi e privilegi. Cosa è successo dunque? È successo che questa Europa dei burocrati e dei poteri forti non riesce più nemmeno a comprarselo il consenso, e le tradizionali famiglie politiche europee sono travolte ovunque dal vento del cambiamento. Ecco, è questo terrore che sta spingendo tutto un sistema a blindarsi. Chi ha fatto i suoi comodi per decenni, arrivando a una tale arroganza da imporre personaggi improbabili come Juncker e gli altri tecnocrati dello stesso livello, sente di essere messo all’angolo dai partiti populisti e sovranisti di Le Pen, Salvini e Orban, senza dimenticare il ruolo dei promotori della Brexit e dei Cinque Stelle italiani. Per questo, tradendo l’impegno a fare gli interessi degli Stati – di tutti gli Stati – questi miracolati con la data di scadenza appiccicata, manco fossero uno yogurt, sparano le loro ultime cartucce. Sapendo che il loro destino è segnato.