L’epidemia di Coronavirus sta esponendo l’Italia e l’Europa a una crisi durissima. Conte alla Camera: “E’ il tempo dell’azione e delle responsabilità. Il Governo ha agito con la massima determinazione e speditezza”

“La diffusione dell’epidemia ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti che sta esponendo il nostro paese a una crisi durissima”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso dell’informativa urgente alla Camera di fronte a un centinaio di deputati. “Nei giorni scorsi – ha aggiunto il premier – mi ha scritto Michela, un’infermiera che lavora al reparto Covid dell’ospedale di Senigallia. Con grande dignità mi ha chiesto che i rischi che si stanno assumendo lei e suoi colleghi non siano dimenticati. A nome del governo, ma credo anche del Parlamento, dico che noi non ci dimenticheremo di voi. Saremo all’altezza? La storia ci giudicherà, verrà il tempo dei bilanci, tutti avranno la possibilità di sindacare”.

“La storia ci giudicherà. C’è un tempo per tutto – ha aggiunto Conte -: oggi è il tempo dell’azione e delle responsabilità. La responsabilità massima compete al governo ma è di tutti i cittadini e dei membri del Parlamento. Tutti dobbiamo contribuire al bene comune, rispettando anche le regole. Il governo ha agito con la massima determinazione e speditezza. In questi giorni molti hanno riletto ed evocato, anche pubblicamente, le pagine sulla peste scritte da Manzoni nei Promessi Sposi: proprio in quest’opera viene ricordato un antico proverbio, ancora oggi fortemente in auge, per cui ‘del senno del poi son piene le fosse’. Ci sarà un tempo per tutto. Ma, oggi, è il tempo dell’azione, il tempo della responsabilità”.

“Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso – ha detto ancora il presidente del Consiglio – che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa dubitare di mani amiche. La scelta degli interventi effettuati si è sempre basata sulle relazioni del Comitato tecnico-scientifico. I principi ai quali ci siamo attenuti sono stati quelli della massima precauzione ma contestualmente anche quelli della proporzionalità dell’intervento all’obiettivo. E’ questa la ragione della gradualità delle misure. Per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, siamo stati costretti a limitare alcune libertà fondamentali garantite dalla Costituzione”.