Il 2015 anno orribile. Lo dicono pure i finalisti di Time per il personaggio dell’anno. Tra i candidati ci sono il Califfo, Putin, Merkel e Trump

di Marco Castoro

Il 2015 verrà ricordato come un anno pesante, difficile, tragico. Un anno in cui si è tentato di mettere delle pezze per rimediare ai disastri figli del terrorismo e dell’immigrazione. La foto dell’anno è quella del corpicino di Aylan, ucciso dalla traversata che lo ha portato privo di vita sulla spiaggia di Bodrum. Una storia che ha toccato il cuore a tutto il mondo. Perfino alla Merkel e ai burocrati di Bruxelles che hanno aperto le frontiere agli immigrati e si sono fatti i selfie con loro. Il fatto dell’anno invece è il pluri attentato di Parigi, in cui i terroristi non hanno colpito gli obiettivi nel mirino, bensì i luoghi frequentati dalla gente. E le frontiere si sono chiuse di nuovo, anzi ha cominciato a vacillare perfino il trattato di Schengen. Come da tradizione la rivista Time assegna a dicembre la copertina al personaggio dell’anno. Per il 2015 nella short list dei papabili sono stati scelti tutti candidati che hanno fatto dell’orrore il loro modo di vivere.

I FINALISTI
A cominciare da Abu Bakr Al-Baghdadi, il Califfo leader dell’Isis. Scelto per aver ispirato e attirato seguaci e militanti per combattere tra le file dei jihadisti. Ma ve lo immaginate che cosa significherebbe il Califfo uomo dell’anno? Che segnale sarebbe per i terroristi? Il loro capo scelto come personaggio del 2015! Una propaganda gratuita e folle per attirare altri volontari nella Jihad. È una vergogna già il fatto di aver inserito nella lista un uomo del genere. Una decisione che aggiunge orrore all’orrore. Speriamo almeno che non venga scelto come vincitore, significherebbe incoronare il terrorismo. Guardando la lista, gli altri non è che siano stinchi di santo. C’è perfino Donald Trump, il candidato alla presidenza degli Stati Uniti che ormai sta diventando una celebrità per le baggianate che spara ogni giorno. Ma come può essere credibile uno che vuole chiudere Internet in America, che vuole espellere dagli Usa tutti i musulmani. È quasi peggio del Califfo. Via. E guai a sceglierlo. Anche lui fa parte della squadra degli orrori. Non ammazza col kalashnikov ma con le parole e le idee. Va leggermente meglio con le candidature di altri tre leader della politica internazionale. Merkel, Putin e l’iraniano Hassan Rouhani, meritevole di aver superato la paralisi economica del suo Paese concludendo con l’Occidente l’accordo sul nucleare. Per quanto riguarda la Merkel bisogna dire che non è certo questo il suo miglior anno. Anzi, forse nel 2015 è iniziata la sua discesa. Putin in questi ultimi due mesi dell’anno ha dominato la scena. Dalla Siria, all’Isis, alla Turchia. Chiudono la lista dei finalisti altri tre candidati, due figli di storie a dire poco controverse. Caitlyn Jenner, olimpionica e personaggio tv, una delle personalità più famose che hanno fatto coming out come donna transgender, diventando un punto di riferimento per i diritti dell’intera categoria. Gli attivisti di Black Lives Matter, autori di proteste contro le ingiustizie subite dalla comunità afro-americana, soprattutto da parte dei poliziotti. L’ultimo uomo è l’unico apparentemente normale. Si tratta di Travis Kalanick, il ceo di Uber Technologies, che fornisce un servizio di trasporto con auto private. Basta una app. sarà pure odiato dalle lobby dei tassisti ma l’azienda è stata valutata 70 miliardi di dollari. Vedremo chi la spunterà. Il vincitore verrà svelato oggi. Peccato che in lizza non ci sia papa Francesco, se non altro un personaggio che combatte gli orrori. In casa propria e nel mondo.