Il clan Fasciani è la mafia del litorale romano. La Cassazione conferma le condanne. Raggi: “Ostia può voltare pagina e alzare la testa”

Il clan Fasciani è mafia. Lo hanno deciso i giudici della Seconda sezione penale della Cassazione respingendo i ricorsi di 9 dei 12 imputati contro la sentenza della Corte di Appello di Roma. La Suprema Corte ha confermato la sussistenza nel territorio di Ostia, in provincia di Roma, di una associazione di stampo mafioso. Il collegio, presieduto da Giovanni Diotallevi, ha condannato a oltre 27 anni di reclusione Carmine Fasciani (nella foto), 12 anni e 5 mesi alla moglie Silvia Franca Bartoli, 11 anni e 4 mesi alla figlia Sabrina e 6 anni e dieci mesi alla figlia Azzurra. Condannati anche Alessandro Fasciani, nipote di Carmine, a 10 anni e cinque mesi (con uno sconto di pena di un mese), Terenzio Fasciani (8 anni e mezzo), Riccardo Sibio (25 anni e mezzo), Luciano Bitti (13 anni e tre mesi), a John Gilberto Colabella 13 anni, Danilo Anselmi 7 anni. Ci sarà, invece, un nuovo processo per la determinazione della pena a carico di altri due imputati, Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo. “E’ una sentenze storica, per la prima volta viene affermato in modo chiaro che a Roma c’è stata, che c’è, la mafia. E’ importante perché per iniziare la cura bisogna riconoscere la malattia. Ostia può voltare pagina e alzare la testa” ha commentato la sindaca di Roma, Virginia Raggi.