Il costituzionalista Di Salvatore: “La norma è incostituzionale e irragionevole, non si può perdere tempo”

“Una legge elettorale che lede non solo il diritto di voto (articolo 48 della Costituzione), ma anche il principio di uguaglianza (articolo 3) oltre a contravvenire alle modalità di elezione del Senato su base regionale (articolo 57)”. Enzo Di Salvatore, professore di diritto costituzionale all’Università di Teramo, già estensore del quesito referendario contro le trivellazioni in mare, ha fatto da consulente per la preparazione dei ricorsi presentati dall’avvocato Paolo Colasante per conto dei deputati di Alternativa libera Massimo Artini, Eleonora Bechis e Stefano Moretti, presidente dell’Osservatorio Antimafia Abruzzo, contro il Rosatellum bis.

Perché avete optato per il ricorso d’urgenza?
“Per accelerare la procedura e ottenere che la Consulta sia investita della questione, prima della celebrazione delle elezioni del 4 marzo. In materia elettorale, il ricorso d’urgenza rappresenta un inedito”.

E a quel punto quali sarebbero gli scenari possibili?
“Nel caso in cui ci fossero i tempi, la Corte potrebbe adottare una decisione prima delle elezioni oppure, nel caso in cui tempi fossero stretti, decidere dopo la celebrazione delle elezioni. Sul merito, ovviamente, le determinazioni della Corte potrebbero essere le più disparate. Nel caso in cui arrivasse ad una pronuncia di illegittimità di alcune disposizioni della legge potrebbe ritenerla applicabile comunque, priva, ovviamente, di quelle disposizioni dichiarate illegittime, oppure, qualora il giudizio arrivasse dopo la celebrazione delle elezioni, ciò potrebbe indurre il Parlamento ad una ennesima modifica della legge, che sarebbe, a questo punto, utilizzabile solo per il futuro. Ma a prescindere da quella che sarà la decisione, l’obiettivo del ricorso d’urgenza resta quello di ottenere un pronunciamento della Corte prima del voto, a differenza di quanto avvenuto con la decisione sul Porcellum”.

Si riferisce alla sentenza sul Porcellum?
“Esattamente. Nonostante la bocciatura del Porcellum, essendo ormai il Parlamento già insediato, la Corte salvaguardò la continuità delle istituzioni. Nel caso dell’Italicum, invece, la dichiarazione di illegittimità fu pronunciata quando l’Italicum non era stato ancora applicato, come nel nostro caso. Tuttavia, al momento delle impugnazioni dell’Italicum, la data delle elezioni era ben lontana e ciò ha consentito di seguire la strada giudiziaria ordinaria”.

Passiamo alle obiezioni di merito. Innanzitutto, perché il Rosatellum bis lede, a suo avviso, il diritto di voto?
“Con questa legge il voto del cittadino non è mai diretto. Se l’elettore vota nell’uninominale un candidato che poi non sarà eletto i suoi voti andranno comunque ad eleggere un candidato nel proporzionale (che potrebbe addirittura essere lo stesso dell’uninominale) che magari non aveva intenzione di votare. Se vota nel proporzionale il suo voto si riversa nell’uninominale e, in ogni caso, non vota per il candidato ma per la lista. E non è tutto”.

Cos’altro?
“Per effetto delle pluricandidature, l’elettore potrebbe voler votare per il primo candidato del listino salvo poi ritrovarsi eletto il secondo qualora il primo fosse proclamato eletto altrove in un’altra circoscrizione. Senza contare che il candidato nell’uninominale è spesso anche candidato come capolista nel proporzionale”.

E in che modo è stato violato il principio di uguaglianza?
“Per l’irragionevolezza del sistema elettorale. Se voto un partito che supera l’1% ma non arriva al 3, il mio voto non andrà disperso ma sarà regalato agli altri partiti della coalizione che superano il 3%. In sostanza il voto degli elettori viene trattato in modo diverso: il voto ad un partito che non arriva all’1% va disperso; quello dato, invece, ad una lista che supera l’1 ma non il 3%, serve per eleggere il candidato di una lista diversa. La violazione del principio di uguaglianza è, a mio parere, evidente”.

Twitter: @AntonioPitoni