Il giallo della ballerina, il nuovo caso Montesi

di Nicoletta Appignani

Un giallo perduto nelle pieghe del tempo. Una ballerina di 19 anni morta in circostante misteriose nel lontano 1960. Un figlio, che oggi ha 55 anni, alla disperata ricerca della verità. Sono gli ingredienti di un giallo che ha portato ieri all’apertura di un loculo nel cimitero di Colleferro, in provincia di Roma: la riesumazione del cadavere della ragazza in attesa dell’esame del dna.
Ma facciamo un salto indietro, tornando a quei lontani anni ‘50.

Il giallo delle origini
Miranda Ferrante, originaria del piccolo centro a sud della capitale, nel 1957 non ha neppure 17 anni quando rimane incinta e poi dà alla luce il piccolo Maurizio.
Per rendere l’atmosfera, basta ricordare un giallo di appena 4 anni prima, quando nel 1953 l’Italia si appassiona al mistero di una ragazza trovata morta in riva al mare a Torvaianica: è il caso di Wilma Montesi. Proprio negli stessi anni, forse, è esistito anche un caso Ferrante, che però la cronaca non ha mai scoperto. La foto sulla lapide mostra una ragazzina dai lineamenti delicati, i capelli scuri, appeso al collo un crocefisso rovesciato. Il bambino però, Maurizio, non conserva alcun ricordo della madre: subito dopo la nascita viene consegnato a un istituto di suore, del quale non si è mai scoperto chi abbia pagato la retta. Poi, dopo qualche anno, viene definitivamente affidato alle amorevoli cure della zia, la sorella di Miranda. Fino all’età di 26 anni il ragazzo crede di essere il figlio adottivo della donna ma dei veri genitori non sa nulla.
Solo in quel periodo, cercando notizie sulla famiglia d’origine, riesce a ottenere il certificato anagrafico e scopre finalmente la verità: Miranda Ferrante è sua madre. ià, ma come è morta Miranda? E chi è il padre di Maurizio? Il certificato di morte della donna è molto vago. E quello anagrafico sull’identità dell’uomo non dice nulla.
È per questo che il figlio decide di rivolgersi a un investigatore privato, Bernardo Ferro, presidente dell’associazione Italdetectives, che inizia a indagare insieme al criminologo Gianfranco Marullo per ottenere risposte.
E queste infatti iniziano ad arrivare.
Si scopre che la giovane lavorava come ballerina in uno storico locale notturno di Montecatini, il Kursaal, frequentato dall’alta borghesia della Capitale.

Il vuoto nella perizia
Nessuno sa in quali circostanze Miranda sia rimasta incinta e soprattutto chi sia il padre del bambino, fatto sta che due anni dopo, nel 1960, proprio a Montecatini la diciannovenne muore.
Il referto incredibilmente attribuisce il decesso ad un abuso di antistaminici. Ma non risultano agli atti analisi del sangue. Non solo. Secondo alcuni testimoni la ragazza sarebbe spirata in ospedale, per altri in un hotel.
Nel fascicolo poi non c’è traccia di autopsia. Però il cranio della giovinetta, riesumato ieri mattina, presenta evidenti segni di intervento con una sega circolare.

La riesumazione
E siamo all’oggi. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria, il figlio della donna, i suoi familiari e il pool di investigatori che ha ingaggiato, si presentano al cimitero di Colleferro, dove dal 12 luglio del 1960 riposano i resti di quella che, forse, è Miranda Ferrante. Una cassettina di metallo corrosa dal tempo ne custodisce le ossa. Sul coperchio e all’interno però nessuna targhetta. La risposta ora potrà arrivare solo dall’analisi del dna.
Con un ultimo interrogativo ancora da sciogliere: per anni qualcuno, evidentemente un personaggio facoltoso, ha pagato la retta dell’istituto religioso dove Maurizio visse la sua prima infanzia.
Forse un padre divorato dai rimorsi?