Il grande bluff di Renzi. L’ex rottamatore tiene in ostaggio il Governo ma se rompe e si vota Italia viva è morta

Che fra Italia viva e gli ex compagni del Partito democratico il clima non sia idilliaco è cosa nota. E che Matteo Renzi stia facendo di tutto per rompere le uova nel paniere alla maggioranza giallorossa, pure. Ma davvero si andrà al voto? Per l’ex premier “c’è il 50 per cento di possibilità di andare avanti e il 50 per cento di andare a votare. Non lo so se questo governo reggerà, spero di sì ma non lo saprei dire perché ho visto litigate sul niente in questa settimana”. Mette le mani avanti, dunque, ma “se ci costringono lo faremo. E’ un peccato ma dobbiamo prenderne atto.

Questa partita è in mano al governo, a Conte e alle forze di maggioranza. Si possono sbloccare 120 miliardi di cantieri? Il punto è questo, il resto sono chiacchiere”. E dalla maggioranza tirata in ballo dall’ex rottmatore, fonti governative del Pd scommettono che “il governo durerà”, nonostante la manovra da varare “sia molto complicata perché siamo in una condizione difficile di un governo appena nato che deve fare una delle leggi di bilancio più difficili degli ultimi vent’anni”. In tutto questo “l’evocazione delle urne non ci preoccupa ma non fa bene all’immagine dell’esecutivo”. E rispediscono al mittente le accuse di essere il partito delle tasse.

“L’accusa fa sorridere visto che abbiamo trovato 23 miliardi per non far aumentare l’iva e 3 miliardi per ridurre le tasse sul lavoro”. In realtà l’oggetto del contendere rimangono sempre le “microtasse”, in particolare la plastic tax e la sugar tax, sin dall’inizio indigeste a Italia Viva, e i 400 milioni necessari per cancellarle. Anche perché tassa sulla plastica significa fondamentalmente Emilia-Romagna, dove si voterà a gennaio e dove si profila un testa a testa fra l’uscente dem Stefano Bonaccini e la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni. E’ lì che è concentrato il maggior numero di imprese del settore. Una possibile soluzione, su cui ha ragionato il governo riunito ieri nell’ennesimo “tumultuoso” vertice di maggioranza a palazzo Chigi, è quella di posticiparne l’entrata in vigore di sei mesi, a partire da luglio 2020 con la riduzione del balzello a 40 centesimi dai 50 dell’ultima modifica.

Possibile uno slittamento anche della sugar tax, anche se non sono stati presentati emendamenti correttivi. Tra le coperture per l’ulteriore slittamento delle due tasse, si parla anche dell’ipotesi 2021, ci sarebbe allo studio un balzello sulle vincite ai giochi. Italia Viva, che incasserebbe volentieri la riduzione della plastic tax a 40 centesimi, insiste infatti su un rinvio più ampio e sul dimezzamento della tassa sulle bevande zuccherate. In ogni caso venerdì mattina dovrebbe essere posta la fiducia del governo sul maxi emendamento alla manovra. Il partito di Nicola Zingaretti, comunque sia, non ci sta a far passare il messaggio che si tratti di una vittoria di Renzi “E’ una vittoria del governo, noi abbiamo sempre guardato a questa tassazione, soprattutto a quella sulla plastica, con molta preoccupazione.

La correzione che è già stata fatta è inoltre in linea con il green new deal perché non verranno tassate le plastiche biodegradabili e quelle riciclabili”. “Questa storia delle bandierine – fanno sapere dal Pd – ha stancato. E’ necessario un clima più disteso anche con un nuovo patto di legislatura”.  A gennaio dunque è prevista una sorta di “rimodulazione” dell’accordo di governo, che si basi su rapporti fra alleati che contemplino una condivisione più profonda dei temi sul tavolo e una gestione migliore delle criticità. Renzi permettendo. Che comunque assicura: “Vogliamo fare delle proposte e non delle polemiche”. Anche perché andare a votare in questo momento non converrebbe neppure a lui. E da astuto politico qual è, lo sa bene.