Il libro di Salvini fatto a pezzi. Per il popolo di Twitter basterebbe non leggerlo

Niente da fare. Ogni volta che si parla di Matteo Salvini la polemica, la rissa sfiorata o l’evento dagli strascichi mediatici inevitabili è -suo malgrado ?- sempre dietro l’angolo. L’ultima arriva da Bologna dove fra forze di polizia e no global il dissenso è stato servito come piatto del giorno. L’obiettivo? Non dare la parola al leader dalle felpe improponibili in visita in città. Un corteo di attivisti ha tentato di forzare il blocco formato nei dintorni della facoltà di Ingegneria dove era in programma un suo incontro con Francesco Ubertini, rettore dell’Alma Mater. Solito clima disteso di queste occasioni: disordini diffusi e manganellate regalate al kilo, lancio di fumogeni e cariche della polizia presente sul posto. Fortunatamente tutto si è concluso senza gravi conseguenze per nessuno, men che meno per super Matteo che ha lasciato la città nel suo inconfondibile stile: dopo una carrellata di selfie con i presenti. L’aspetto più triste di tutta la faccenda, però, è stato l’assalto alla Feltrinelli bolognese da parte di alcuni attivisti che hanno distrutto tutte le copie del libro del leader del Carroccio che si sono trovate a tiro. Ed una ventata di Medioevo e oscurantismo becero ha soffiato improvvisamente in una giornata già di per sé difficile ed evitabilissima. Dici Salvini ed il web esplode di una potenza che il noto Big Bang a confronto è una piccolo petardo del Capodanno 2006.

“Se credete che il destino vi sia avverso, pensate all’albero che è diventato un libro di Salvini”, osserva un @Zione_H evidentemente più sensibile al verde degli alberi che a quello sfoggiato dalla Lega.

“Perché strappare i libri di #Salvini quando puoi usarli con soddisfazione come ferma porta?”, scrive @FranAltomare dispensando un pratico consiglio di economia domestica che può sempre tornare utile.

“Bello il libro di Salvini. Trovo molto utili le guide “Come farsi ospitare in tv” e “Guidare la ruspa con una mano sola“, segnala un @sempreciro che scavalca le polemiche e riporta tutto sul piano dei contenuti. Al netto dell’ironia e delle scariche di dissenso riversate su Salvini, il popolo di Twitter meno accanito sul personaggio resta più lucido e osserva come, al di là delle logiche di partito e delle antipatie, sia sempre uno spettacolo orribile quello in cui a farne le spese è la cultura del libero pensiero.

“Chi distrugge i libri è un cretino a prescindere”, sentenzia lapidario @simonesantucci.

“#Salvini deve avere il diritto di pubblicare il suo libro. Noi abbiamo il diritto di non leggere, o criticare, o stroncare, di proporre”, ribadisce un lungimirante @Louright74, in linea con il pensiero di @AndreaRomano9:  “Strappare il libro di #Salvini è un’enorme stupidaggine di ragazzotti stupidi. Lo leggano, lo demoliscano a parole: gli argomenti sono tanti”.

E infine c’è il re del cerchiobottismo, @bermat, che riesce ad accontentare tutti con il suo “Chi ha un minimo di cultura non riesce nemmeno ad ipotizzare di strappare un libro. Né di comprare quello di Salvini”.