In Europa riparte lo scontro sul Tap. Risoluzione degli ambientalisti contro tutti i progetti che richiedono energia fossile

Obiezione respinta e scontro rinviato. Ma solo per ora. Sconfitti in Commissione energia (Itre) del Parlamento europeo, promettono battaglia in plenaria gli eurodeputati schierati contro la lista 4 dei Progetti d’interesse comune (Pci) che ricomprende anche il raddoppio del Trans adriatic pipeline, meglio noto con il discusso acronimo di Tap, per l’approvvigionamento energetico dell’Unione europea. Ma sono ben 32 gli interventi che possono accedere ai finanziamenti della Banca europea degli investimenti (Bei), tutti basati però su fonti fossili, nonostante i richiami alla decarbonizzazione e agli accordi di Parigi.

Di qui l’obiezione sollevata (e respinta) in Commissione dall’eurodeputata, Marie Toussaint (nella foto), e ora riproposta come Risoluzione per l’Europarlamento per chiedere di cassare tutte le infrastrutture alimentate con combustibili fossili. Tra gli interventi della lista 4 ci sono sei progetti italiani: oltre al raddoppio del Tap (gasdotto che parte dalla Grecia e raggiunge l’Italia, Brindisi e Salento), l’interconnessione Tap/Snam Melendugno-Matagiola e il completamento della Rete adriatica Snam (Massafra-Minerbio) per il tracciato Sulmona-Foligno (Prt) con centrale di spinta e il gasdotto Poseidon.

Nessun europarlamentare italiano ha sostenuto l’obiezione in Commissione, ma ora la partita si sposta in Aula per l’esame della risoluzione di rigetto della lista che include progetti di dubbia sostenibilità, almeno per gli ambientalisti che chiedono di non vincolare l’Ue, ad altri decenni di dipendenza dal fossile e le famiglie agli aumenti tariffari sui consumi energetici.