In quarantena con i mariti violenti. L’altro dramma dell’emergenza. La Commissione sul femminicidio solleva il caso. E chiede di allontanare gli autori di abusi sulle donne

C’è un’emergenza nell’emergenza. È quella che riguarda le donne vittime di violenza. Costrette come tutti in questi giorni a casa, spesso a contatto stretto con quelle che è il loro carnefice, la situazione per loro è peggiorata ulteriormente. Al fine di aiutare concretamente quante si trovano in tale stato ed evitare ulteriori tragedie, la commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio si è riunita al Senato in via straordinaria ed ha approvato una relazione, chiedendo al Governo di affrontare anche questo problema, dotando subito forze dell’ordine e magistrati degli strumenti necessari per intervenire in una fase straordinaria che sta vivendo il Paese e rafforzando le strutture che accolgono le donne in maggior pericolo.

Un’iniziativa a cui la presidente della Commissione, la senatrice dem Valeria Valente (nella foto), ha aggiunto una lettera inviata al Capo della Polizia, Franco Gabrielli, per segnalare una serie di possibili misure che le forze dell’ordine potrebbero porre in essere per contrastare la violenza domestica in questa fase di convivenza forzata dovuta alle misure di contenimento del virus Covid-19. Per i membri della Commissione la violenza di genere contro le donne rischia nella attuale situazione di emergenza di aggravarsi ulteriormente, a causa dell’isolamento, della convivenza forzata, delle restrizioni alla circolazione e dell’instabilità socio-economica. E particolarmente fragili sarebbero le migranti vittime di tratta confinate in centri dove il virus rischia di dilagare, per cui sarebbe opportuno prorogare i permessi di soggiorno e rendere più snelle le stesse procedure per rilasciarli.

Non sarebbe infatti un caso che, nelle ultime settimane vi sono state sia una diminuzione degli accessi delle donne ai centri antiviolenza e agli sportelli che delle stesse denunce per maltrattamenti, passando dalle 1.157 dei primi 22 giorni del marzo 2019 alle sole 652 dello stesso periodo di quest’anno. “Il Parlamento e il Governo devono predisporre misure e risorse economiche aggiuntive e procedure più snelle per garantire misure di protezione, sostegno e accoglienza alle donne e ai minori coinvolti, assicurando in particolare l’operatività, in piena sicurezza, delle strutture antiviolenza”, sostiene la Commissione.

NON DIMENTICARE. All’Esecutivo viene chiesto di garantire l’applicazione rigorosa delle misure civili e penali a protezione delle donne, compiendo anche interventi di sensibilizzazione e informazione rivolti alle vittime di violenze domestiche. Viene quindi raccomandata “l’effettiva applicazione delle procedure di controllo”, mediante mezzi come il cosiddetto braccialetto elettronico, sui soggetti sottoposti alle misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e viene sollecitata l’applicazione tempestiva, in casi gravi, delle procedure di allontanamento, anche con la sola autorizzazione orale del pm. Auspicate inoltre l’esclusione dalle disposizioni in materia di sospensione processuale dei procedimenti per la convalida dell’ordine di allontanamento urgente dalla casa familiare e l’emanazione dell’ordine di protezione inaudita altera parte, prima dunque di un confronto in udienza, per assicurare piena difesa alla parte e allo stesso tempo scongiurare possibili reazioni violente. Da favorire poi l’accesso ai numeri antiviolenza e antitratta, il 1522 e l’800 290 290, incrementandone la pubblicizzazione.