L’Italia ostaggio dei renziani. Ricatto della Bellanova sui migranti da regolarizzare. Fumata nera al vertice di maggioranza. E’ ancora stallo sul decreto maggio

Il premier conferma che obiettivo del governo è portare in Cdm il decreto maggio entro questa settimana. Ma il via libera alla maxi manovra, in deficit per 55 miliardi, è vincolato non solo all’aggiornamento del Temporary framework sugli aiuti di Stato, in arrivo dall’Ue, ma anche alla sintesi che dovrà essere trovata su molti capitoli del decreto. Aiuti alle imprese, fondi per la famiglia, reddito di emergenza e regolarizzazione di braccianti e badanti. Ieri sono proseguiti gli incontri con le parti sociali (assente Giuseppe Conte a quello con Confindustria).

Gli industriali bocciano la proposta, sostenuta da Pd e M5S e osteggiata da Iv, di ricapitalizzare con fondi pubblici le imprese e chiedono indennizzi, non prestiti. Contrariamente ai sindacati, manifestano ostilità verso la ricetta, avanzata da Nunzia Catalfo, di ridurre l’orario di lavoro mantenendo intatto il salario. Eppure la ministra del Lavoro ha spiegato che non si tratta di un taglio dell’orario di lavoro tout court e che non si prevede nessun costo a carico delle aziende. Si tratta di una “rimodulazione dell’orario” facoltativa, da convertire in formazione. E se i renziani giudicano insufficienti i fondi per le famiglie, Iv fa quadrato col Pd per fare in modo che il Rem venga configurato come un sussidio una tantum e non come strutturale.

E l’accordo potrebbe trovarsi battezzando la misura “contributo di emergenza”, che verrebbe erogato dall’Inps, per soli due mesi, secondo una forchetta che va da 400 a 800 euro a seconda del quoziente familiare. Ma ad accendere gli animi già da qualche giorno è anche la regolarizzazione dei braccianti, tra cui molti immigrati, e di colf e badanti. Iv, appoggiata dal Pd, si batte perché la norma vada in porto nel dl maggio ma M5S protesta. Ma non tutto: la corrente che fa capo a Roberto Fico è favorevole alla misura.

L’ULTIMATUM. Il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova minaccia le dimissioni: “Se non passa la regolarizzazione sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al governo. Non sono qui per fare tappezzeria”. Controbatte il capo politico dei 5Stelle Vito Crimi: “Se c’è una sanatoria modello Maroni, Bossi, Fini e altri noi non ci stiamo. Concedere permessi di soggiorno temporanei per gli immigrati irregolari non aiuta l’emersione del lavoro nero, anzi lo fa aumentare”. Crimi propone invece di “consentire a chi percepisce reddito di cittadinanza, Naspi o altro di andare a svolgere questi lavori senza perdere il diritto a quel reddito”. Una proposta che anche Bellanova pare condividere: “Ho detto alla ministra Catalfo di adottare una norma che permetta alle persone che hanno il reddito di cittadinanza o l’indennità di disoccupazione di cumulare anche il lavoro in campagna. Ma – avverte – se le persone non vanno, io fra una settimana ho le associazioni delle imprese che mi dicono che mancano fra 270 e 350 mila lavoratori”.

Il Papa intanto fa suo l’appello dei braccianti agricoli: al centro la dignità della persona e del lavoro. A svelenire il clima ci prova il premier che definisce “utili contributi” quelli che arrivano da Iv. E per oggi pomeriggio convoca i renziani Maria Elena Boschi, Ettore Rosato e Davide Faraone. E sempre oggi si aggiornerà la trattativa sulla regolarizzazione tra i quattro ministri interessati: Bellanova, Lamorgese, Catalfo e Provenzano. Ci sarebbe l’accordo sull’emersione dei lavoratori tramite le richieste dei datori ma manca l’ok del M5S sulla possibilità di prorogare fino a fine anno i permessi scaduti e a far rientrare anche chi ha perso il lavoro.

Lo stallo sarebbe sulla durata del permesso di soggiorno. Iv chiede sei mesi, rinnovabili per altri 6. Catalfo non ci sta. Si sarebbe tentato un compromesso su tre mesi. Ma la partita è aperta. Per il resto il nuovo decreto – cui farà seguito uno sulle semplificazioni per sbloccare opere e investimenti – acquisisce la norma Fraccaro: chi sceglie di ristrutturare casa, migliorando l’efficienza energetica o la resistenza antisismica, potrà usufruire di un ‘superbonus’ al 110%, per i lavori avviati da luglio 2020 fino alla fine del 2021. Al via anche a molte misure sul turismo. Da aiuti a fondo perduto a norme che vadano incontro a chi ha pagato l’affitto nei mesi in cui le attività sono state chiuse.