La barzelletta di Renzi solone della Costituzione. Matteo spara sul presidente del Consiglio. E dimentica cosa fece alla Carta

Matteo Renzi si adonta e si ingrugna perché secondo la sua interpretazione degli eventi il premier Giuseppe Conte avrebbe piegato la Costituzione ai suoi voleri ed interessi, esautorando di fatto il Parlamento. Renzi è stato ed è un fenomeno che raramente appare sulla scena politica ed indubbiamente ha delle peculiarità tutte sue che lo fanno considerare un unicum. Ha conquistato il potere senza neppure essere stato mai parlamentare, incantando tutti con la parlantina sciolta da toscanaccio, seppur giovane rispetto al suo modello Amintore Fanfani. Il leader di IV conosce bene la legge, se non altro perché è laureato proprio in giurisprudenza, e sa benissimo che esiste un articolo, il sedicesimo proprio della Costituzione, che novella così: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.

Ed è molto difficile che siamo in una situazione diversa da questa, data la pandemia in atto. Dunque Renzi non può invocare proprio la Costituzione che sul punto specifico è chiarissima e non lascia aperto alcun dubbio in merito. Poi non si può certo dimenticare che è stato proprio lui a tentare stravolgere e distruggere nei suoi fondamenti la Carta e si sa come è andata a finire. Ed ora si vuole riciclare nel ruolo di grande difensore della stessa, ma questa volta il salto carpiato è troppo audace e l’intemerata e sotto gli occhi di tutti. In ogni caso, facendo anche astrazione del fondamentale articolo 16, Renzi non si fida neppure del Presidente della Repubblica, proprio quel Sergio Mattarella che lui stesso ha voluto far eleggere e che ha una certa dimestichezza, diciamo, con la Corte Costituzionale? Dato che è facile accorgersi della speciosità degli argomenti portati a difesa della sua tesi la domanda da farsi è: cosa vuole veramente il senatore Renzi? Fino a prova contraria la sua piccola formazione appoggia non solo il governo Conte, ma esprime anche due ministre.

Quindi la domanda è legittima e la risposta guidata da quel “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si prende” di andreottiana memoria potrebbe essere che Renzi ha in mente un possibile accordo, seppur tattico, con Salvini. In tutto questo dobbiamo anche segnalare una nota di costume che però in un momento difficile come questo si tramuta in sostanza. Anche nell’ultimo suo intervento in Senato Renzi non solo era senza mascherina, ma era anche senza guanti e sembrava che il suo hobby preferito mentre parlava fosse quello di lustrare accuratamente con la mano lo stelo del microfono incorporato nel suo seggio. Un comportamento da non consigliare in tempi normali figurarsi in questi.