La linea del Piave dei 5 Stelle: senza il via libera alla prescrizione, il decreto Salvini può arenarsi. Vertice Conte-Di Maio-Salvini per cercare un’intesa

Malumori e ultimatum tra le truppe pentastellate: “Siamo stati leali ora la Lega faccia altrettanto"

Il primo tempo si è concluso con il gol della Lega grazie al via libera di Palazzo Madama sul decreto sicurezza. Il secondo si giocherà, invece, sul campo di Montecitorio. Dove il Movimento 5 Stelle non ha intenzione di sprecare l’occasione di pareggiare, spingendo in rete la riforma della prescrizione.

DOPPIO ASSIST – “Noi siamo stati leali votando la fiducia su un provvedimento che faceva parte del contratto di Governo, ora ci aspettiamo che la Lega ricambi l’assist sulla misura blocca-prescrizione contemplata, al pari del decreto sicurezza, nell’intesa che ha dato vita all’Esecutivo Conte”, ragionava ieri in Transatlantico al Senato un autorevole esponente del Movimento 5 Stelle. Ma se la Lega ricambierà l’assist si saprà soltanto oggi.

Per il fischio d’inizio del secondo tempo, d’altra parte, occorrerà aspettare l’esito del vertice a tre, fissato per stamattina a Palazzo Chigi, tra il premier Giuseppe Conte e i suoi vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Così, ieri, alla Camera, la maggioranza ha preso tempo. Chiedendo che sull’ammissibilità dell’emendamento ammazza-prescrizione si pronunciasse la Giunta per il regolamento. Questione superata in serata dal chiarimento fornito dal presidente della Camera, Roberto Fico, dopo aver consultato i precedenti. Il ricorso alla Giunta non è necessario, le commissioni hanno la “facoltà di adottare una decisione espressa di definizione del perimetro dell’intervento normativo da esaminare nell’ambito di uno stesso procedimento”.

PATTI CHIARI – In altre parole, è la stessa maggioranza M5S-Lega potrà ammettere l’emendamento ampliando l’oggetto del ddl anticorruzione. C’è già il via libera del Carroccio. Sebbene si tratti di un sì esclusivamente tecnico “all’ampliamento della materia”, ma non esteso al merito dell’emendamento. Sul quale, fino a ieri, un accordo ancora non c’era. Nonostante l’ottimismo di Salvini: “Troveremo una soluzione”. E la telefonata che, sempre ieri in serata, il vice premier ha fatto al Guardasigilli, Alfonso Bonafede, proprio per cercare una via d’uscita. Ma il ministro della Giustizia ha tenuto il punto, ribadendo che, contratto di Governo alla mano, per i Cinque Stelle si tratta di una misura irrinunciabile e non rinviabile. Insomma, la linea del Piave dalla quale le truppe parlamentari del Movimento 5 Stelle, non hanno alcuna intenzione di arretrare.

“Il decreto sicurezza ha ottenuto il via libera del Senato ma per diventare legge deve incassare anche quello della Camera, non vorremmo che a qualcuno andasse di traverso la festa”, è il ragionamento che riecheggiava ieri in Transatlantico, a Montecitorio, in ambienti M5S. Un avvertimento, neppure tanto velato, al rispetto dei patti, rivolto all’alleato Salvini. Anche se, a conti fatti, tutti scommettono che un accordo alla fine si troverà. “A meno che la Lega non voglia far saltare il Governo per tenersi buono Berlusconi…”.