La Perina cerca un posto in Scelta Civica

di Francesco Nardi

Dopo la sonora debacle elettorale in Futuro e libertà si respira la tipica aria da resa dei conti. I diversi atomi che hanno animato la breve vita della molecola finiana fanno scintille e non si risparmiano colpi sotto la cintura.
Nel mirino del fuoco incrociato è finita Flavia Perina, riguardo la quale circolano nelle ultime ore voci che confermano la tensione all’interno del partito. La prima accusa è partita da Chiara Moroni che ha accusato la ex direttrice del Secolo XIX di aver portato via i computer del gruppo di Fli dagli uffici di Montecitorio. Tra le due è iniziato un duello a distanza che per quanto è dato sapere non si è ancora concluso: entrambe hanno fino ad ora disertato qualsiasi occasione di confronto pubblico.
Fini, alle prese con le ferite di una sconfitta che scotta, non è entrato nel merito della questione: rimane chiuso in un ostinato silenzio che non sembra disposto a rompere, certo non per questioni del genere. E altrettanto ha scelto di fare Italo Bocchino che ha altre gatte da pelare e ben più rognose. Le casse di Fli sono vuote e in più sono gravate dal peso di un debito di circa un milione di euro. Inutili, almeno fino ad oggi, sono stati i tentativi del presidente della Camera di far partecipare alla copertura del buco che affligge la cassa i fondatori del movimento con un obolo di cinquantamila euro cadauno.
Ma gli schemi sono saltati e l’unica preoccupazione dei futuristi sembra essere quella di una disperata ricerca di sistemazione, e tra spending review e invasione dei grillini non è certo una cosa facile.

La Perina, intanto, non è stata risparmiata neanche dai rumours che si sono diffusi nelle ultime ore a proposito della corsa al riposizionamento professionale dei vari militanti di rango. Oltre alla sparizione dei computer del gruppo della Camera, ora le voci di corridoio le imputano anche di brigare, con la compiacenza di Benedetto Della Vedova, per ottenere un ruolo da funzionario nel gruppo di Scelta Civica al Senato.
Sono lontani i tempi in cui Fini muoveva le sue truppe a Montecitorio con la speranza di abbattere il governo Berlusconi. Nelle stanze di Fli non è rimasto niente di quell’emozione. Ora c’è solo delusione e polvere agitata dal risentimento. Ci raccontano di scatoloni impilati e pronti a essere trasportati. Il problema è che non si sa ancora dove. Forse la Perina ha risolto. Chissà.

@coconardi