La scuola cade a pezzi. Un crollo ogni tre giorni. Mai così tanti dal 2013. E solo il 5% degli edifici è stato adeguato per resistere a un terremoto

Un crollo ogni tre giorni di scuola, mai così tanti dal 2013. È quanti ne ha censiti Cittadinanzattiva, attraverso la rassegna stampa locale, fra settembre 2018 e luglio 2019. Meno interessati da questi episodi gli asili nido che presentano uno stato di sicurezza più adeguato rispetto al resto degli edifici scolastici, ma ancora insufficiente: più di due nidi su cinque sono in regola con le certificazioni (di agibilità statica, presente nel 42%, rispetto al 26% delle scuole di altro ordine gradi; di agibilità igienico-sanitaria – 47%, vs 36%; di prevenzione incendi – 41%, vs 33%).

Anche meglio manutenuti visto che i nidi sono stati interessati da interventi di manutenzione ordinaria in due casi su tre, rispetto al 27% delle altre scuole. Non brillano invece dal punto di vista della “sicurezza sismica”: solo il 15% ha effettuato le verifiche di vulnerabilità (rispetto al 29% degli altri istituti), appena il 4% è stato migliorato sismicamente (vs 9%), e ancor meno, il 2%, è stato del tutto adeguato sismicamente (vs 5%).

Per quanto riguarda i crolli, parliamo di un episodio ogni 3 giorni di scuola, di cui 29 in regioni del Nord (Piemonte 6, Lombardia 16, Emilia Romagna 4, Veneto 2, Trentino Alto Adige 1), 17 nel Centro (Toscana 5, Lazio 10, Umbria 1, Marche 1), 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (Campania 8, Puglia 6, Calabria 2, Sicilia 7, Sardegna 1). Tali episodi hanno provocato il ferimento di 17 persone, tra studenti e adulti. Dal 2013 abbiamo registrato, in totale, 276 episodi di questo genere.

Il rapporto di Cittadinanzattiva evidenzia che il 43% degli edifici scolastici si trova in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2), il 57% in zone a rischio 3 e 4, ma solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica; fanalino di coda Calabria (2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità. Le verifiche di vulnerabilità sismiche finanziate dovrebbero essere completate ma ancora non se ne conoscono gli esiti e giova ricordare che solo il 37% delle richieste è stato finanziato. La microzonazione sismica è stata realizzata in poco meno di una scuola su tre (31%), con punte positive in Friuli Venezia Giulia (72% del campione di scuole) ed Umbria (65%) e dati assai negativi per la Puglia (solo l’1% delle scuole sottoposto a tale studio) e per il Piemonte (5%). Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente.

Dall’indagine di Cittadinanzattiva, inoltre, emerge un grave ritardo nell’utilizzo dei fondi per la messa in sicurezza delle scuole. Sebbene siano al momento disponibili almeno 4 miliardi e mezzo, soltanto 1mld e 600mln circa sono stati effettivamente utilizzati o sono in fase avanzata di utilizzo. “Dallo stato di attuazione dei 15 principali filoni di finanziamento esaminati, emerge la quantità inusitata di passaggi tra i diversi enti e organismi di controllo e la farraginosità delle procedure per arrivare al loro effettivo utilizzo, spesso misurabile in anni”, spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva.

Il Rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola (qui una sintesi), giunto alla sua diciassettesima edizione, è stato presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva alla presenza del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Il focus specifico di questa edizione, dedicato agli asili nido, “nasce dall’esigenza di sapere quali siano le condizioni dal punto di vista strutturale e di sicurezza interna degli asili nido italiani (11.027) frequentati da oltre 320.000 piccolissimi utenti, dal momento che l’Anagrafe dell’edilizia scolastica non li contempla, ad eccezione di pochissimi Comuni, che già li hanno forniti volontariamente”.