La Tunisia insorge per la bravata del Capitano al citofono. L’ambasciatore scrive alla Casellati. Ora Tunisi pretende le scuse. Il Pd: “Salvini è la vergogna di un Paese democratico e civile”

La sceneggiata di Matteo Salvini a Bologna sta diventando un vero e proprio caso diplomatico fra l’Italia e la Tunisia. Come era prevedibile, il fatto di andare a citofonare a casa di un ragazzo (minorenne) di origine tunisina accusandolo di essere uno spacciatore – con tanto di nome e cognome scandito davanti alle telecamere e all’immancabile smartphone in modalità diretta Facebook – ha scatenato la reazione del Governo e del Parlamento tunisino. A nome del governo è intervenuto l’ambasciatore a Roma, Moez Sinaoui, che ha scritto una lettera alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, esprimendo “costernazione per l’imbarazzante condotta” del senatore e leader della Lega. Il diplomatico ha definito quella di Salvini una “deplorevole provocazione senza alcun rispetto del domicilio privato da parte di un pubblico rappresentante dell’Italia, paese che vanta un’amicizia di lunga data con la Tunisia”.

Toni simili da parte di Osama Sghaier, vicepresidente del Parlamento tunisino, che fa notare come il gesto dell’ex ministro dell’Interno metta a rischio i rapporti tra Roma e Tunisi. “è un irresponsabile, non è la prima volta che ha atteggiamenti vergognosi nei confronti della popolazione tunisina, continua ad essere razzista e mina le relazioni che ci sono tra la popolazione italiana e la nostra, i nostri paesi hanno ottimi rapporti. I tunisini in Italia pagano le tasse che servono anche a pagare lo stipendio di Salvini”, ha detto a Radio Capital Sghaier. Il deputato tunisino Sami Ben Abdelaali e la comunità tunisina in Italia hanno chiesto a Salvini le scuse ufficiali nei confronti della famiglia coinvolta nel blitz al quartiere Pilastro di Bologna. Che ovviamente non solo non si è scusato ma ha nuovamente tirato in ballo la donna, residente in zona, che gli ha indicato il domicilio del presunto pusher del quartiere: “Io ho raccolto il grido di dolore di una mamma coraggio che ha perso il figlio per droga. La lotta agli spacciatori dovrebbe unire e non dividere. Tolleranza zero contro droga e spacciatori di morte”, si è giustificato il Capitano.

Ovviamente accusare senza prove una persona ha anche delle conseguenze penali: il 17enne di origine tunisina accusato dal leader leghista non spaccia droga e ora vuole denunciare la “mamma coraggio” . “Sono pieno di precedenti, in passato ho fatto di tutto e di più ma ora vado a scuola, sono un ragazzo normalissimo, non mi manca niente”, ha dichiarato il ragazzo. Ma al di là delle sue responsabilità, oltre all’indignazione della comunità tunisina, il teatrino propagandistico di Salvini ha scatenato polemiche anche dentro i confini nazionali “A Bologna si attacca ai citofoni ricercando presunti spacciatori. Uno sciacallo dei problemi. Un testimonial della barbarie. Un nemico dello stato di diritto. La vergogna di un Paese democratico e civile. Questo è Matteo Salvini”, hanno twittato i deputati PD.

“È davvero uno scadimento del livello di civiltà, anche perché non credo competa a un ex ministro dell’Interno suonare a un citofono di chicchessia per verificare, devono essere altri, che hanno la competenza e la responsabilità di poterlo fare”, commenta Stefano Bonaccini, ricandidato governatore dell’Emilia-Romagna. Sicuramente anche stavolta la “Bestia” – la macchina della propaganda social leghista- ha ottenuto quel che voleva: rendere virale il video delle gesta salviniane. Forse anche per oscurare quello girato poche ore prima delll’ex europarlamentare e candidata alle elezioni di domenica prossima nella lista Emilia-Romagna Coraggiosa in appoggio a Bonaccini, Elly Schlein, in cui insegue Salvini – che non risponde- chiedendogli conto delle assenze dei ministri leghisti alle 22 riunioni europee sul negoziato di Dublino.