Sotto la felpa niente. Su Giustizia e Manovra dal Capitano soltanto spot. Salvini rievoca la crisi per una poltrona in più

Dopo le minacce sulla riforma della Giustizia arrivano quelle sulla Manovra. A rivolgerle è sempre lo stesso: il vicepremier Matteo Salvini che, nelle ultime settimane, più che nei panni di Capitano si trova a suo agio in quelli del minacciatore seriale. Due giorni fa, sulla riforma fortemente voluta da Alfonso Bonafede, il leader leghista era stato chiaro: “Voglio un governo che faccia le cose altrimenti la parola va agli italiani”, poiché la riforma sulla giustizia sarebbe rea di essere troppo “timida” su un cambiamento che per il Carroccio dovrebbe contenere anche intercettazioni e separazione delle carriere, due temi molto cari all’alleato di sempre, Silvio Berlusconi. Ieri, però, Salvini ha spostato l’asse delle sue minacce. E, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha dichiarato: “È chiaro che se arriva una manovra inadeguata… Noi abbiamo in testa un’idea chiara: questa è una manovra importante in cui tutti dovranno avere coraggio. Sennò il coraggio lo chiediamo agli italiani”. Parole durissime e che aprono, ancora una volta, spiragli di crisi all’interno della maggioranza.

CAPITANATO STANATO. A rispondere a tono è stato, però, ancora una volta Luigi Di Maio, incalzando Salvini. Perché, al di là delle trovate partitiche per racimolare voti, la verità politica narra di un Carroccio che vuole a tutti i costi la flat tax ma poi tace su dove si possano trovare le necessarie coperture. Ancora una volta, dunque, il dubbio è che la Lega (e il suo Capitano) parlino per slogan senza avere soluzioni concrete per risolvere e affrontare i problemi. “Le coperture per la flat tax restano un mistero”, ha esordito infatti Di Maio intervistato a Radio anch’io, su Rai Radio1. “Abbiamo una Manovra da fare per abbassare le tasse – spiega – ma se cavallo di battaglia della Lega è la flat tax ci aspettiamo da loro il numero dei miliardi che servono”.

E poi l’affondo: “Non possono stare al governo con atteggiamento da opposizione, qualsiasi cosa facciamo noi viene raccontata come ‘una cosa che non basta’”, dice rivolto alla Lega: “Per rilanciare l’economia dobbiamo abbassare le tasse”. E le proposte, questa volta, sono concrete: “Noi abbiamo il progetto di abbassare il costo del lavoro per gli italiani, intervenire sul cuneo fiscale, e costa 4 miliardi. Abbiamo poi il progetto per abolire il canone Rai e ridurre il bollo auto, bisogna farlo però senza questo atteggiamento del ‘non mi va bene quello che fate voi’”.

IDEA RIMPASTO. Ma Salvini, nel suo delirio di minacce una dietro l’altra, si è spinto anche oltre, riprendendo in mano il vecchio tema del rimpasto, attaccando una buona parte dei ministri pentastellati. Accanto a Bonafede, il Capitano leghista ha riservato accuse anche a Danilo Toninelli (“Non si commenta”) e Sergio Costa (“Non blocchi la proroga delle concessioni”). E su Giuseppe Conte: “Il mio rapporto con lui? Di lavoro. E sul Sicurezza bis vedremo se c’è maggioranza”. Secondo tanti, però, quella di Salvini altro non è che una strategia perché i prossimi giorni al Senato saranno molto delicati: bisogna infatti approvare in ultima lettura il decreto Sicurezza-bis e i numeri al Senato sono meno certi e sicuri rispetto alla Camera. Negli stessi giorni, poi, arriverà in Aula la mozione M5S contro il Tav Torino-Lione.

E non è un caso che proprio sul dl Sicurezza Salvini dica: “Potremo verificare se il governo ha ancora i numeri…”. Un commento che lascia presagire un Capitano più teso di quel che voglia sembrare, consapevole del fatto che, al di là di mille sparate, la Lega non può far cadere il Governo perché in questo momento il Centrodestra è più che devastato. E consapevole del fatto che in maggioranza, voglia o non voglia il Capitano, ad avere più seggi è proprio il tanto criticato Movimento cinque stelle.