Libia, Conte al Senato: “Il rischio di una crisi umanitaria è concreto. Il conflitto potrebbe degenerare in una vera e propria guerra civile e va scongiurato rapidamente”

Informativa al Senato del premier Conte sulla crisi in Libia

Gli ultimi sviluppi in Libia sono “motivo di forte preoccupazione per l’Italia, l’Europa e la comunità internazionale”. E’ quanto ha detto il premier, Giuseppe Conte, riferendo al Senato sulla crisi libica. “Sono oltre 18 mila gli sfollati”, ha detto il presidente del Consiglio aggiungendo che “il rischio di crisi umanitaria è ben concreto”.

“La situazione di caos e violenza – ha aggiunto il premier – accresce fortemente anche il rischio di una recrudescenza del fenomeno terroristico, del resto ancora ben presente in Libia, come confermato dell’attentato compiuto il 9 aprile da Daesh a Fuqaha (Al Jufra) e come dimostrato dall’infiltrazione di elementi jahidisti tra le fila di milizie e gruppi combattenti”.

“Il contrasto al terrorismo e al flusso di foreign fighters – ha detto ancora Conte -, anche in ragione delle evoluzioni nel quadrante del Siraq, rimane dunque una delle sfide principali con cui il Paese e l’intera Comunità internazionale devono responsabilmente confrontarsi. Per quanto riguarda le possibili conseguenze sui flussi migratori verso l’Italia o altro territorio dell’Ue, al momento – al di là delle cifre circolate nei giorni scorsi, anche a fini propagandistici – dalle informazioni in nostro possesso non emerge allo stato un quadro di imminente pericolo”.

Conte ha spiega che “su tutto questo complesso quadro di sicurezza manteniamo naturalmente alta l’attenzione, anche attraverso la nostra sede diplomatica e i servizi di intelligence”. “È però evidente – ha detto ancora nel corso del suo intervento nell’Aula del Senato – che in una situazione di tale fragilità non ci sia tempo da perdere: il protrarsi del conflitto – che potrebbe degenerare in una vera e propria guerra civile – va scongiurato rapidamente e con tutto l’impegno politico necessario”.

“Ho avuto ieri un colloquio telefonico con il Presidente Trump – ha detto ancora Conte -, con cui abbiamo condiviso la preoccupazione per l’escalation sul terreno e per i rischi di una crisi umanitaria. Con Trump abbiamo dunque concordato di restare in stretto e diretto contatto, sin dai prossimi giorni, per individuare una soluzione sostenibile alla crisi libica. Nei giorni scorsi ho avuto uno scambio di valutazioni con la cancelliera Merkel – ha proseguito il premier -, che come me e con me ritiene imprescindibile ed urgente la cessazione delle ostilità e il riavvio del dialogo ai fini di una soluzione politica”.

“Una Libia instabile – ha aggiunto Conte – non può soddisfare alcun interesse nazionale di nessun Paese. Divergenze sul tema non solo appaiono illogiche, ma soprattutto non sono ammissibili. Non ci sono interessi economici o geopolitici che possano giustificare scorciatoie militari e il rischio di una guerra civile in Libia. Come purtroppo i fatti stanno dimostrando la violenza genera violenza e non serve né gli interessi della popolazione né quelli della comunità internazionale, né certamente quelli dell’Italia”.

“C’è chi sostiene – ha detto ancora il presidente del Consiglio nel corso del suo intervento a Palazzo Madama – che i recenti sviluppi libici segnino il fallimento della diplomazia ed una scarsa incisività dell’azione italiana. In realtà, come osservavo alla Camera, la tempistica degli scontri ci induce a pensare che stessimo procedendo nella giusta direzione e che si sia quindi voluto deliberatamente far deragliare un processo politico concreto e ben avviato”.