Lodo Conte sulla prescrizione. Stop solo per i condannati. Mediazione del premier al vertice di maggioranza. Bonafede apre, ora trovare la quadra è possibile

Ancora presto per dichiarare che l’intesa è vicina. Ma dopo un primo accordo raggiunto, tra qualche mugugno, sulla riforma della legge elettorale anche sulla prescrizione qualcosa si muove. Determinante – secondo quanto riferisce il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al termine del vertice di maggioranza sulla giustizia – la mediazione operata dal premier. Il compromesso auspicato da Giuseppe Conte, per garantire una durata ragionevole dei processi e andare incontro alle richieste di tre partiti su quattro della coalizione, dovrebbe arrivare con la riforma del processo penale. In cui verrebbero introdotti alcuni correttivi alle norme volute dai grillini sulla prescrizione e alcuni meccanismi di garanzia per avere tempi certi nei processi.

“Ci sono stati importanti passi avanti per portare in tempi brevi la riforma del processo penale in Consiglio dei ministri. C’è stato un input importante del presidente del Consiglio”, ha dichiarato Bonafede al termine della riunione. E che già la prossima settimana tale riforma possa arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi, lo conferma Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd. Lo “Spazza-corrotti” votato dal governo precedente ha stabilito dal primo gennaio lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, di condanna o assoluzione che sia. Una misura che Pd Iv e LeU hanno chiesto con forza di emendare. E ora il M5S, seppur ancora timidamente, apre a modifiche.

“La riforma della prescrizione rimane, così come è entrata in vigore il primo gennaio. E’ stata proposta dal premier la possibilità di inserire nella riforma del processo penale una distinzione tra sentenza di condanna e assoluzione”, ha spiegato il ministro pentastellato. “E’ una proposta del premier che io ho accolto, ora tutte le forze di maggioranza faranno le proprie valutazioni”. A chiedere una distinzione di trattamento tra condannati e assolti è stata LeU. Che ha proposto di limitare la riforma Bonafede sulla prescrizione solo per le sentenze di condanna. La proposta messa in campo ieri contemplerebbe una sospensione lunga per i condannati ma non per gli assolti. Il Pd mette da parte gli ultimatum e tende la mano: “è stata una riunione costruttiva, il premier ha presentato delle ipotesi molto concrete per garantire certezze ai tempi processuali”, ha spiegato Verini.

“Sul tema della prescrizione è significativo l’abbandono di rigidità, si è acceduti all’idea di inserire nel ddl penale norme che possano differenziare alcune situazioni. Sono posizioni interessanti che saranno valutate nelle prossime ore”. Insomma per Verini “si è aperta una fase nuova” anche se al momento la proposta avanzata dal Pd alle Camere rimane e farà il suo iter. I dem hanno proposto una sospensione dei tempi della prescrizione di due anni per l’appello e di un anno dopo la Cassazione, ai quali si possono aggiungere altri sei mesi se c’è il rinnovo dell’istruzione dibattimentale, per un totale di 3 anni e sei mesi. Italia viva giudica positivamente le aperture che ci sono state ma mantiene viva la tentazione, o minaccia che dir si voglia, di votare la pdl del deputato di Forza Italia Enrico Costa che cancella con un colpo di spugna la riforma Bonafede. “E’stato abolito il totem della prescrizione. Ma non siamo ancora soddisfatti – dice il renziano Davide Faraone – valuteremo la proposta nel suo complesso e se ci convincerà la sosterremo altrimenti manteniamo l’ipotesi di votare la proposta Costa”.