Mafia Capitale, quell’aggancio di Buzzi con la segretaria di Marino. Dalle intercettazioni emergono gli investimenti di un’azienda e la triangolazione tra Comune e coop

Si sa, Salvatore Buzzi contava su una lunga serie di contatti. E questi arrivavano addirittura alla segretaria del sindaco di Roma. Negli atti dell’inchiesta di Mafia Capitale emerge infatti un contatto diretto tra Silvia Decina e il ras delle cooperative.

LA VICENDA
Nell’estate 2014 la catena Leroy Merlin vuole aprire un centro commerciale nei pressi dell’area dove ha sede il campo rom de La Barbuta, offrendo in cambio della riqualificazione dell’area 10 milioni di euro da investire “per il sociale”. La cifra faceva gola a Buzzi, che si attivava immediatamente per parlare con il sindaco. L’affare in Campidoglio interessa e il progetto imbocca la corsia preferenziale, tanto che a chiamare Buzzi è Silvia Decina: “Salvatore ciao, sono Silvia Decina, il capo segreteria di Ignazio Marino. Ti volevo dire che Lionello mi ha dato tutta la documentazione per Ignazio sulle questione Leroy Merlin. Adesso Ignazio l’ha vista e sta facendo convocare una riunione di staff per te, te lo volevo dire intanto”. “Ti ringazio molto, è piaciuta al sindaco?”, domanda Buzzi. “Moltissimo! Però ha chiesto che la seguissimo noi direttamente qui dal gabinetto perché se inizia a passare per tutti gli assessorati non ne usciamo vivi”. Ma la cupola si dice in grado di arrivare ad altri consiglieri vicini al sindaco. Quando si parla del debito fuori bilancio, Francesco Ferrara, vicepresidente della coop La Cascina si dice sicuro: “C’avemo coso… la Svetlana, tutti c’avemo”. La Svetlana, annotano gli inquirenti, è Svetlana Celli, eletta nella Lista Civica Marino.

LA NOTA
Sulla telefonata il Campidoglio afferma che”Risulta del tutto estranea all’inchiesta della procura della repubblica poiché non figura come prova a carico dell’arrestato in quanto giudicata penalmente irrilevante”. Secondo il Campidoglio “la proposta a seguito dell’istruttoria compiuta dagli uffici competenti di Roma Capitale, fu giudicata non realizzabile in quanto non compatibile con gli strumenti urbanistici attualmente vigenti”.