Manovra, Salvini: “Elimineremo la Tasi. Servono coraggio e decisione. Non è il momento di tirare a campare, altrimenti arriviamo a fine anno con lo 0,2%”

“Stiamo lavorando all’eliminazione della Tasi che cuba circa un miliardo e a una riorganizzazione della tassazione sulla casa”. E’ quanto ha annunciato il vicepremier Matteo Salvini, a margine dell’incontro di questa mattina con le parti sociali. “Servono coraggio e decisione – ha aggiunto il leader della Lega -: non è il momento di tirare a campare, altrimenti arriviamo a fine anno con lo 0,2%”. Questo uno dei temi, quello della crescita, che Salvini ha riferito di aver affrontato nell’incontro con le associazioni di categoria e i sindacati al Viminale. Un altro tema condiviso, è stato quello di una riforma della Giustizia. “La Giustizia – ha aggiunto – è fondamentale per lo sviluppo del paese, con una vera, seria ed efficace riforma della giustizia. Tutti hanno invocato la presunzione d’innocenza”.

“Per questo piano d’investimenti e manutenzione – ha detto ancora Salvini -, è chiaro che occorrerà ridiscutere con l’Europa i vincoli europei in base ai quali nulla di tutto quello di cui ci stiamo parlando sarebbe possibile”. Le misure in programma per la prossima legge di bilancio, di cui si sta discutendo con sindacati e associazioni, ha detto ancora il leader del Carroccio, “non sono per spesa corrente, ma per investimenti, taglio delle tasse e ridiscussione dei vincoli europei che non permettono nulla di quello che ci stiamo dicendo”.

“Bisogna sbloccare dei ‘no’ in agricoltura. Dal Ministero dell’Ambiente – ha aggiunto il vicepremier – ne arriva uno sul bio-metano, così come altri stanno bloccando un piano di rigenerazione urbana. Da Coldiretti arriva una richiesta di accelerazione sul tema dell’autonomia. Alcune Regioni restituiscono centinaia di fondi europei per inefficienza. Con l’autonomia, invece, vengono a galla responsabilità di chi non è in grado di gestire i fondi”.

“Ci sono alcuni spunti critici – ha riferito il ministro dell’Interno -: tanti rilievi fatti al decreto dignità, ai voucher, all’articolo 10. Ci facciamo carico di chiedere modifiche vista l’inefficacia di alcuni passaggi. Se metti un salario minimo, poi si ridiscutono i contratti che sono a un livello più alto. Questa è la valutazione unanime di sindacati e imprese. Per aiutare qualcuno si danneggerebbero milioni di lavoratori. Qualcuno una riflessione la dovrà fare. Da tutte le sigle presenti al tavolo è arrivato un ‘no’ unanime al salario minimo. Per aiutare qualcuno si danneggerebbero milioni di lavoratori”.