Niente più F-35 in Italia. Fino a nuovo ordine

di Angelo Perfetti

L’ufficialità dice una cosa, la lettura ufficiosa ne dice un’altra. Bisogna partire da qui per capire cosa sta accadendo sul caso degli F-35. La Camera ha approvato, con 381 sì la mozione dalla maggioranza. I no sono stati 149. In precedenza era stata bocciata la mozione di Sel con 378 voti contrari e 136 voti a favore. Il documento approvato impegna il governo a dare impulso a concrete iniziative, anche in sede Ue, per la crescita della dimensione della Difesa comune europea in una logica di “condivisa razionalizzazione delle spese “. L’altro impegno è quello di “non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione sul programma sugli aerei F35 senza che il Parlamento si sia espresso in merito”. Stop dunque, al progetto di acquisizione di nuovi cacciabombardieri; ci si ferma ai tre i cui ordini sono già firmati e gli impegni già presi. E siamo all’ufficialità.

I dubbi economici
Ma davvero è possibile che l’Italia si fermi a 3 velivoli dopo averne previsti nel piano originario 131? Davvero può permettersi di fermare lo stabilimento di Cameri nato per produrre i 131 aerei destinati al nostro Pese e 110 agli altri? Davvero sarà possibile mantenere una fabbrica con commesse più che dimezzate? Forse sì, a patto che l’Europa riesca a lavorare a un esercito unico, con dotazioni comunitarie. Il che è molto di là da venire in un costesto ancora troppo frastagliato politicamente e assolutamente disomogeneo economicamente. Ecoo dunque che quel passaggio “senza che il Parlamento si sia espresso” lascia aperta la porta a un possibile prosieguo dell’impegno italiano sul fronte aeronautico.

Le perplessità grilline
Per il deputato grillino Di Battista “Quella della maggioranza sugli F35 è una “mozione supercazzola che non dice niente”. Lo dice il deputato M5S Alessandro Di Battista, guadagnandosi il richiamo del vicepresidente, nonché collega stellato, Luigi Di Maio, impegnato a presiedere una seduta di fuoco. “Siete il partito dell’ipocrisia, dell’ipocrisia, dell’ipocrisia – ripete Di Battista rivolto al Pd – Dicendo di essere contro gli F35 avete preso voti! E’ uno scempio”.

La protesta
Mentre parlava Maria Edera Spadoni, deputata M5S, i parlamentari del suo gruppo hanno mostrato foto di Paesi in guerra. Macerie, morti e vittime dei bombardamenti ritratti nei cartelli formato A3 che i deputati M5S stringono tra le mani.

La difesa del ministro
Per qualcuno l’F35 “è un aereo cattivo – ha spiegato il ministro – cioè un aereo che per natura e dotazione di armamento si opporrebbe ai nostri presupposti costituzionali. La verità è che, seppur tecnologicamente di gran lunga inferiori, gli Amx, i Tornado e gli Av8 sono aerei della stessa tipologia, dei cacciabombardieri, ed esercitavano quel ruolo che domani saranno chiamati a svolgere gli F35. Non è cattivo l’aereo in sé, è buona invece la democrazia e il Parlamento che, attraverso il suo rigoroso controllo, consente in ogni circostanza della storia di poter disporre dell’uso di questi mezzi per conseguire la difesa della pace”.

Le rassicurazioni
“Il Paese ci chiede di non sprecare quattrini, non spendere male i soldi. Ma da oggi in poi tutto cambia – assicura l’esponente dem Giampiero Scanu – non ci saranno più santuari, tutte le decisione saranno prese dal Parlamento. Quando sarà chiamato a decidere se privilegiare i servizi sociali o la spesa militante, sono sicuro che saprà cosa fare”. Sarà, ma difficilmente l’Italia potrà smarcarsi dal duplice abbraccio di Unione europea e Stati Uniti.