Non c’è Paragone. Il senatore 5S contrario all’alleanza coi dem è passato dal “C’è chi dice no” all’astensione

Ha fatto arrabbiare persino Vasco Rossi per quel video in cui cantava C’è chi dice no per esprimere la sua contrarietà alla nascita del Governo Conte 2 a trazione giallorosso. E dopo aver annunciato il voto contro ieri è arrivata la retromarcia di Gianluigi Paragone, riparando nell’astensione. “Dalle parole guerriere si è passati al linguaggio mite”, “dal governo del cambiamento si è passati al governo dell’assurdo”, “da sovranisti si è diventati euristi, lei presidente Conte si accontenterà di una flessibilità che oggi è solo morfina. La mia tentazione di votare no è forte ma mi asterrò per rispetto chi in buona fede ha creduto nella rivoluzione della pochette, io resto nella trincea delle parole guerriere”. Così ha spiegato la sua decisione il senatore M5S. Ancora per quanto?