Non è un Bongiorno. Giravolta della ministra sulla legge bavaglio: “Chiudere una volta per tutte il mercato dell’intercettazione gossip”

“L’obiettivo della Lega è quello di accelerare i tempi del processo. Se la proposta fosse stata questa, sarebbe stata approvata in tre minuti”. Parola del ministro Giulia Bongiorno, intervistata ieri dal Corriere della Sera. Fa niente se, per la Lega, ci vorrebbe anche una riforma delle intercettazioni che, invece, nulla c’entra con la durata dei processi. “Non vogliamo né cancellarle e neanche negare il diritto di cronaca. Vogliamo però che si creino degli archivi riservati che chiudano una volta per tutte il mercato dell’intercettazione gossip”, si è giustificata il ministro. A cui, però, qualcuno dovrebbe ricordare quanto accaduto nel 2011, quando l’allora ex Pdl emigrata in Futuro e Libertà di Gianfranco Fini lasciò il ruolo di relatrice della legge fortemente voluta da Berlusconi e che avrebbe impedito la pubblicazione di intercettazioni. La Bongiorno chiedeva, allora, almeno di riportare il contenuto delle intercettazioni fino alla fase dibattimentale. “Non mi riconosco in questa legge”, disse prima di dimettersi. Ora invece ritiene essenziale metter mano alle intercettazioni. Cambi di passo. E di idee.