L’Oms promuove l’Italia. Ora vigili sul resto d’Europa. Apprezzamenti per la gestione del Coronavirus. E pure l’Ue plaude all’azione del nostro Governo

L’apprezzamento per quanto fatto dal nostro Paese per il contenimento dell’epidemia di Covid-19 e per tutelare la salute dei suoi cittadini è unanime, ma ora bisogna mantenere gli standard di sicurezza e c’è bisogno della collaborazione di tutti. Senza sterili polemiche politiche e allarmismo mediatico. “Apprezziamo tantissimo il lavoro che sta facendo il governo italiano, sta facendo le cose giuste. Non bisogna cedere al panico, bisogna fidarsi pienamente di quello che sta facendo il ministero della Salute in Italia, in collaborazione con la Protezione Civile”. A sostenerlo è il direttore Europa dell’Oms, Hans Kluge, che due giorni fa è arrivato a Roma con un team di esperti per collaborare con le autorità italiane e “valutare la situazione”, in conferenza stampa ieri con il ministro della Salute Roberto Speranza.

Non solo i rappresentanti dell’Organizzazione mondiale della sanità ma anche i membri delle altre delegazioni internazionali presenti – dell’Unione europea e dell’Ecdc (centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) – hanno assicurato supporto logistico e operativo al nostro Paese e hanno ringraziato il nostro governo per la trasparenza e la collaborazione, perché dalla situazione italiana c’è la possibilità di capire meglio il virus e preparare piani d’azione più efficaci. “Sappiamo ancora poco del virus, della sua origine e di come si trasmette: ciò che sta accadendo nel vostro Paese, la vostra esperienza, ci aiuterà a aggiornare le valutazioni di rischio e le politiche di salute pubblica a livello globale”, ha affermato Kluge sottolineando come la situazione nel mondo e in Italia sia preoccupante ma non da panico, ricordando che 4 persone su 5 che contraggono la Covid-19 sviluppano sintomi lievi, e che la letalità in Cina è scesa all’1%.

SENZA CONFINI. “Questo è un virus che non conosce confini”, ha esordito il ministro della Salute Speranza in apertura della conferenza stampa. “Non li conosce e non si ferma alle frontiere. Lo si sapeva già e per questo la nostra posizione fin dall’inizio è stata quella di apertura e di collaborazione internazionale”. Un concetto ribadito anche dal commissario europeo alla salute Stella Kyriakides, che si dice solidale col nostro Paese e che ringrazia per aver attuato tutte le misure di contenimento dell’epidemia concordate a livello internazionale. “Tutti devono collaborare e condividere le informazioni che hanno come ha fatto e sta facendo l’Italia. Un ringraziamento va anche ai Paesi limitrofi, che ieri hanno deciso di mantenere aperte le frontiere con l’Italia. Approcci strategici divergenti, infatti, potrebbero costituire un problema”. “Questa emergenza”, ha poi aggiunto “è un banco di prova della capacità strategica di tutta l’Unione europea di attuare misure di contenimento in forma collaborativa”.

Kyriakides ha anche ricordato cosa sta facendo l’Unione Europea e cosa farà nei prossimi giorni: produrre un modello condiviso, delle linee guida da distribuire ai viaggiatori che vanno e vengono dalle zone a rischio e sostegno sul campo. Inoltre la Ue ha già stanziato 10 milioni di euro per la ricerca sul nuovo coronavirus e settimana prossima ci sarà l’annuncio ufficiale dello stanziamento di altri 90 milioni all’interno dell’accordo con le aziende farmaceutiche all’interno del programma per la ricerca sui farmaci innovativi. Piena collaborazione espressa anche da Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc, che ha rivolto un messaggio speciale agli operatori sanitari che sono in prima linea per affrontare l’emergenza e contenere la diffusione del virus. “Vanno tutelati, e l’Ecdc è già all’opera per definire linee guida per la formazione dei professionisti della salute e per fornire loro supporto in termini di risorse e di dispositivi di protezione. Il compito dell’Ecdc è infatti quello di valutare i rischi e di lavorare per il contenimento locale, senza dimenticare che bisogna essere pronti a fronteggiare la stessa situazione ovunque nell’Unione”.

Ammon ha precisato che un team dell’Ecdc sta già collaborando con gli esperti italiani e che fin dall’inizio del primo cluster noto in Cina il Centro ha messo in campo 60 tecnici per il monitoraggio del corovavirus Covid-19. Per quanto riguarda la possibilità di avere nel breve medio periodo una cura disponibile, gli esperti hanno ribadito che al momento si sta lavorando a un vaccino, che però potrà essere vedeere la luce solo tra uno o due anni, ma sono in corso dei trial clinici su alcuni antivirali già utilizzati per altre infezioni e i primi risultati saranno già disponibili in primavera.