Onorevoli manovre per il seggio: porte scorrevoli nel Pd. Dalla Moretti alla Picierno, chi sogna di tornare a Roma

Onorevoli manovre per il seggio: mille porte scorrevoli nel Pd. Dalla Moretti alla Picierno, ecco chi sogna di tornare a Roma

È proprio come nel gioco delle sedie: nessuno vuole restare senza. Così in vista delle elezioni del prossimo anno, tutte, non solo le Politiche, nel Partito democratico (Pd) sono cominciate le grandi manovre. E che manovre. Ieri nel Transatlantico della Camera erano parecchi quelli che ne parlavano, a taccuini chiusi s’intende, perché bisogna fare presto, non c’è nemmeno un minuto da perdere. Pena appunto il rischio di trovarsi col cerino in mano. I ben informati raccontano a La Notizia di nomi e strategie di quelli che vogliono a tutti i costi garantirsi uno scranno. Uno è già noto: Debora Serracchiani. La governatrice del Friuli-Venezia Giulia ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi alla guida della Regione perché per lei “deve aprirsi una fase nuova” che le permetta di tornare “da dove ho iniziato”, cioè “la dimensione nazionale”. Nessuna fuga, ha precisato l’interessata, anche se ieri non proprio tutti, parlando di lei, la pensavano esattamente allo stesso modo, diciamo così. Ma l’ex enfant prodige del Pd non è l’unica che aspira a tornare in Parlamento. Anche a Bruxelles in tanti, infatti, stanno tentando con le unghie e con i denti di prendere un aereo di sola andata per Roma.

Arrivi e partenze – A cominciare da Alessandra Moretti. Sì, avete letto bene, proprio Ladylike, passata dal 2013 per – rispettivamente – Montecitorio, Parlamento europeo e consiglio regionale del Veneto (era la candidata governatrice del Pd malamente sconfitta dal leghista Luca Zaia). Ora però l’obiettivo dichiarato è quello di tornare dove tutto è cominciato quasi 5 anni fa. Circostanza che però dentro al partito sta provocando più d’un mal di pancia, soprattutto ai deputati veneti, come racconta un illustre parlamentare dem a La Notizia. Anche perché alla Moretti, trasformatasi in renziana doc dopo un passato da bersaniana, sarà garantito un seggio blindato, così come a tutti gli altri fedelissimi del segretario del Pd. Infatti la stessa sorte toccherà pure ad altre 2 paladine del renzismo (una della prima ora l’altra della seconda) come Simona Bonafè e Pina Picierno, anche loro oggi a Bruxelles dopo essere state elette alla Camera alle ultime Politiche. Una mossa, spiegava ieri qualcuno, basata su un principio molto semplice: perso questo giro, prima delle prossime Politiche bisognerà aspettare il 2023. Praticamente un’era geologica. Meglio quindi cogliere la palla al balzo giocandosi le proprie chance tutte e subito. Un altro che potrebbe ragionare in questo senso, “per chiudere la carriera politica in grande stile”, spiega chi lo conosce, è David Sassoli. L’ex giornalista del Tg1, oggi vicepresidente del Parlamento europeo, non ha mai transitato per Camera e Senato: potrebbe essere ‘la volta buona’, per dirla col gergo renziano. Ma non è detto. Vedremo. Nessuna aspirazione di tornare a Roma, invece, da parte di Goffredo Bettini, anche lui oggi all’Europarlamento. “Non se ne parla”, taglia corto il suo portavoce. Idem per l’ex presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra: “Un’ipotesi campata per aria”.

Meglio di niente – Ma come detto c’è anche chi, pur di non restare appiedato, ha deciso di voler passare dal Parlamento al consiglio regionale. In questo caso di Lazio e Lombardia, le due Regioni che l’anno prossimo andranno a elezioni. “Sperando che pure lì non sia già tutto esaurito”, diceva ieri tra il serio e il faceto un deputato del partito del Nazareno. Nel primo caso, i profili sono quelli dell’attuale segretario regionale dem del Lazio, Fabio Melilli, di Emiliano Minnucci, Nazzareno Pilozzi (area di Maria Elena Boschi) e Andrea Ferro. Diverso invece il discorso della Lombardia. Se infatti nel Lazio parecchi nel Pd sono convinti della riconferma di Nicola Zingaretti (anche perché il Centrodestra non ha ancora scelto chi lo sfiderà), quella di Giorgio Gori contro il leghista Roberto Maroni sembra un’impresa titanica. Però nessuno deve restare fuorigioco. Tanto che a chi ha poche chance di tornare in Parlamento sarà garantita la possibilità di essere almeno eletto in consiglio regionale. Il vicesegretario del Pd Maurizio Martina, originario della provincia di Bergamo, è molto attivo, rivelano da più parti.

Tw: @GiorgioVelardi