Ostia criminale. Riconosciuta in Appello l’aggravante mafiosa per 13 membri del clan Fasciani. Inflitte condanne per oltre 160 anni di carcere

Ventisette anni e mezzo di reclusione per il patriarca del clan, Carmine Fasciani

La Corte di Appello di Roma ha reintrodotto l’aggravante mafiosa nel processo bis a carico di 13 imputati riconducibili al clan Fasciani, noto per le sue attività criminali sul litorale romano di Ostia. Gli imputati erano sotto processo, a vario titolo, per usura, estorsione e spaccio di stupefacenti. La Corte d’Appello ha inflitto condanne per oltre 160 anni di carcere.

Il patriarca del clan, Carmine Fasciani, è stato condannato a 27 anni e mezzo di reclusione, 11 anni e 4 mesi alla figlia Sabrina e 6 anni e 10 mesi alla figlia Azzurra, 12 anni e 5 mesi alla moglie Silvia Franca Bartoli. Dieci anni e mezzo ad Alessandro Fasciani, 8 anni e mezzo a Terenzio Fasciani, 25 anni e mezzo a Riccardo Sibio, 13 anni e tre mesi Luciano Bitti, 13 anni a John Gilberto Colabella, 7 anni e 1 mese a Gilberto Inno, 10 anni a Mirko Mazzoni, 7 anni a Danilo Anselmi e 10 anni ad Eugenio Ferramo.

In primo grado ci furono pesanti condanne, oltre 200 anni, ma al termine del primo appello cadde l’accusa di associazione e l’aggravante della modalità mafiosa e le condanne, per dieci imputati, furono più lievi. La Cassazione, il 26 ottobre 2017, ritenendo “processualmente acquisito che la famiglia Fasciani ha costituito un’associazione per delinquere di tipo mafioso con a capo Carmine Fasciani”, ordinò un nuovo Appello al fine di riprendere in considerazione l’accusa di mafia, con le relative aggravanti, anche per il narcotraffico che era stato contestato.