Patto sui rifiuti della Capitale. Zingaretti e Raggi firmano la pace. L’ordinanza del governatore è un assist alla sindaca. E chiude le porte all’ipotesi commissariamento

Tanto rumore per nulla. Non c’è modo migliore per raccontare l’evoluzione dei rapporti tra Regione Lazio e Campidoglio che, dopo mesi di scontri sul tema rifiuti e con l’opzione del commissariamento sul tavolo, sono riusciti non solo a venirsi reciprocamente incontro ma hanno addirittura trovato un’inaspettata intesa. Qualcuno storcerà la bocca ma che le cose stiano così è ormai cosa nota che è stato messo nero su bianco nell’ultima ordinanza, firmata dal governatore dem Nicola Zingaretti, con cui viene cestinata quella del 29 novembre scorso che, tra le tante cose, imponeva alla sindaca Virginia Raggi di indicare un sito dove realizzare la discarica di servizio oltre a pesanti imposizioni ad Ama, ossia la municipalizzata romana dei rifiuti.

IL DOCUMENTO. Così con il nuovo atto sono stati stabiliti una serie di punti fermi a partire dalle tempistiche che dovranno permettere alla Capitale di arrivare alla cosiddetta “chiusura del ciclo dei rifiuti” per il quale saranno necessari un paio di anni, ossia il tempo previsto per la realizzazione della discarica di servizio a Monte Carnevale in zona Valle Galeria. Non solo. Nella nuova ordinanza è stato stabilito anche che entro fine anno dovrà tenersi la gara d’appalto europeo per il servizio di trasferimento rifiuti all’estero e viene dato il via libera, quest’ultimo chiesto dalla sindaca Virginia Raggi, alla manutenzione del tbm di Rocca Cencia a partire dal 31 gennaio a condizione, però, che Ama individui, di concerto con i tecnici della Regione, dove dirottare le tonnellate che l’impianto tratta quotidianamente.

Proprio in soccorso della municipalizzata romana l’ordinanza sembra replicare quanto annunciato ieri dalla Raggi, cosa che non può essere casuale ma è l’ulteriore riprova di come ora Comune e Regione siano finalmente in sintonia, perché prevede anche il potenziamento dell’intera flotta di mezzi usati per la raccolta dei rifiuti così che, come si legge nell’ordinanza, sia possibile “minimizzare la permanenza dei rifiuti nelle strade”. Ma c’è dell’altro perché ad Ama, a differenza di quanto veniva ordinato nella precedente ordinanza, non viene più chiesto di individuare aree per le stazioni di trasferenza e nemmeno l’approvazione degli ultimi bilanci. Se qualcuno nutrisse ancora dubbi su questa tregua, ammesso non la si voglia definire un’alleanza, non si può che notare come nel documento firmato da Zingaretti venga ribadito agli operatori dell’impiantistica di Roma e del Lazio di “operare fino al 15 gennaio 2020 al massimo della capacità di trattamento autorizzata su base giornaliera, garantendo i trattamenti anche nei festivi”. Guarda caso proprio uno dei tasti su cui, per mesi, si era impuntata la sindaca.

TEMPO SPRECATO. Forse doveva andare proprio così, con un muro contro muro quando, in realtà, bastava venirsi incontro per risolvere i problemi della città e dei suoi abitanti. Un punto logico su cui si è sempre battuta la sindaca grillina, la quale, è bene ricordarlo, non chiedeva nulla più che la Regione facesse la propria parte a partire dall’approvazione del piano rifiuti che latitava da tempo. Insomma una richiesta sensata che, però, è stata a lungo rimandata al mittente con sdegno, arrivando ad uno scontro che sembrava destinato a risolversi con il commissariamento della città eterna a cui, a detta di tutti, il Natale avrebbe portato in dono l’ennesima emergenza rifiuti. Un disastro che, fortunatamente, non si è verificato.